È stato arrestato Alfonso Tumbarello, il medico di Matteo Messina Denaro.

I carabinieri del Ros hanno fatto scattare le manette, i reati contestati sono concorso esterno in associazione mafiosa e falso ideologico. Arrestato anche Andrea Bonafede, cugino e omonimo del geometra che ha prestato l’identità al padrino e ha acquistato per suo conto la casa in cui il latitante ha trascorso gli ultimi mesi: a lui sono contestati il favoreggiamento e la procurata inosservanza di pena aggravati dall'aver favorito Cosa nostra.

Tumbarello ha personalmente visitato il boss latitante «più ricercato al mondo», è stato il primo a diagnosticargli il tumore, in quasi due anni gli ha prescritto più di un centinaio di farmaci e analisi mediche intestandole a un proprio assistito che in realtà godeva di ottima salute. E ha fatto tutto questo «sapendo perfettamente di avere davanti Matteo Messina Denaro», secondo la Procura di Palermo e il gip.

Nelle 31 pagine della misura cautelare, il magistrato ribadisce più volte che il professionista, da qualche mese in pensione, era «consapevole e informato della reale identità del paziente». Per il gip, a carico del medico ci sono esigenze cautelari tali da superare il fatto che abbia più di 70 anni e il carcere è la sola misura adeguata.

Ad Andrea Bonafede i magistrati invece contestano di aver fatto la spola con lo studio di Tumbarello per consegnare al boss le ricette mediche e al professionista i documenti sanitari che il padrino di volta in volta gli sottoponeva.

Il rapporto di Tumbarello con Messina Denaro, scrive il gip, è risalente agli anni Novanta del secolo scorso. Il nome del medico spunta in una vecchia indagine sull’ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino. Vaccarino, massone, amico della famiglia del boss, si rivolse proprio al medico per organizzare un incontro con Salvatore Messina Denaro, fratello dell'ex latitante e mafioso di spicco.

Durissimi i pm nei confronti dei cittadini di Campobello di Mazara: «Tutte le indagini ancora in pienissimo e frenetico svolgimento sulla ricostruzione delle fasi che hanno preceduto la cattura di Messina Denaro hanno innanzitutto offerto uno spaccato dell'assordante silenzio dell'intera comunità di Campobello di Mazara che, evidentemente con diversi livelli di compiacenza omertosa, paura, o addirittura complicità, ha consentito impunemente al pericoloso stragista ricercato in tutto il mondo di affrontare almeno negli ultimi due anni cure mediche e delicatissimi interventi chirurgici in totale libertà».

(Unioneonline/L)

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