"Una scelta coraggiosa", che ha consentito di "superare il sistema previgente, complicato e farraginoso, per far spazio a una normativa più snella". Sono state le parole di Raffaele Cantone, presidente dell'autorità nazionale anticorruzione, nel corso del suo intervento di oggi in Parlamento per la Relazione annuale.

Il riferimento è al nuovo Codice degli appalti, entrato in vigore nell'aprile 2016, la cui attuazione ha consentito "76 accertamenti ispettivi, in parte condotti in collaborazione con la Guardia di finanza e la Ragioneria generale dello Stato, e 29 protocolli di vigilanza collaborativa".

I problemi emersi riguardano in particolare la fase dell'affidamento degli appalti, ma anche "quella esecutiva, oltre alla gestione del contenzioso relativo alle opere pubbliche".

Proprio su quest'ultimo fronte, Cantone ha spiegato che l'autorità ha ricevuto 1.800 segnalazioni e 2.600 esposti.

Due gli ambiti sui quali ci si è concentrati in modo particolare: "il settore della sanità, che anche per i tanti fatti di cronaca e le ingenti risorse investite continua a destare preoccupazione", e la trasparenza nel pubblico impiego.

Per quest'ultimo tema, Cantone ha evidenziato come la "rivolta" di una parte della dirigenza contro la norma che impone la pubblicità dei compensi per i funzionari pubblici dimostri invece come la trasparenza, "al di là delle proclamazioni di principio, fatichi a essere realmente accettata".

Fra i grandi centri citati dal presidente ci sono Milano e Roma: nel primo caso "in merito alle indicazioni della situazione patrimoniale di un esponente dell'amministrazione e di alcuni consiglieri municipali", nel secondo "sono emerse carenze sui dati patrimoniali dei consiglieri dell'Assemblea capitolina cessati dall'incarico a seguito del commissariamento del Comune".

(Redazione Online/s.s.)
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