“Molti testimoni sono deceduti, sono passati tanti anni, molti dicono di non ricordare”, ha dichiarato l’Avvocato Ferrandino. La Procura di Torre Annunziata ha archiviato l’inchiesta sulla scomparsa di Angela Celentano, avvenuta sul monte Faito il 10 agosto del 1996.

La verità in merito a quanto accaduto 24 anni fa alla bambina di Vico Equense (Napoli), mentre stava facendo un pic nic con la famiglia e gli amici, adesso è ufficialmente chiusa nel silenzio di un fascicolo di inchiesta che ha smesso di produrre speranza nel cuore di un padre e di una madre che hanno sempre lottato per la verità.

“Il Procuratore Aggiunto Filippelli ha ritenuto che per una questione di delicatezza di non notificare attraverso la polizia giudiziaria il provvedimento, ma ha convocato i signori Celentano presso la Procura e ha detto che purtroppo hanno tentato di tutto, hanno fatto tutto quello che erano in grado di fare ma non sono riusciti a trovare nulla; quindi sono costretti a chiedere l’archiviazione. Lo ha voluto dire personalmente perché non gli andava che lo sapessero con un freddo documento”, ha spiegato Ferrandino, legale di Catello e Maria, genitori di Angela.

Indagini lunghe che si sono concentrate sulle persone presenti quel giorno a Monte Faito, ma che non hanno prodotto elementi utili dopo 24 anni. Un mistero che si è trascinato con sei testimoni, già sentiti all’epoca dei fatti, oggi deceduti.

La scomparsa della piccola Angela rimane avvolta da una fitta cortina di mistero. Una normale gita annuale sul Monte Faito con la Comunità Evangelica, tra famiglie, si trasforma improvvisamente in un vero e proprio dramma. Angela stava giocando con Renato, un bimbo di 11 anni, che racconta di aver percorso il lungo sentiero che conduce al parcheggio, perché doveva portare il suo pallone in macchina. Renato avrebbe invitato Angela a non seguirlo, ma lei non lo avrebbe ascoltato. Un sentiero irregolare, tortuoso e forse troppo articolato per una bambina. Renato avrebbe ripetuto ad Angela di tornare indietro. Dopo aver posato il pallone in macchina, Renato ritorna in quel gruppo di persone composto da famiglie e amici: Angela però non c’è.

Luca, un altro bambino, dichiara invece di aver visto Angela mentre risaliva il sentiero e asserisce di aver invitato Renato ad accompagnare Angela dalla sua famiglia, ma Renato non lo avrebbe ascoltato. I bambini hanno sempre mantenuto posizioni contrastanti. “Ho detto a Catello di metabolizzare questa notizia, che se la Procura si ferma noi non abbiamo altri strumenti se non quelli personali come la stampa, i media, le televisioni, internet, per mantenere ancora vivo in giro per il mondo il ricordo di Angela”. Le parole del legale Ferrandino.

Angelo Barraco
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