Hanno provato fino all’ultimo a salvare lei e il piccolo che aveva in grembo. Ma per Andreea Mihaela Antochi, la 30enne di origine romena deceduta quattro giorni fa al Policlinico San Matteo di Pavia, non c’è stato nulla da fare. A provocare la morte della donna potrebbe essere stata un'embolia da liquido amniotico. Un’ipotesi che dovrà trovare conferma nell'autopsia in programma lunedì 23 dicembre.

L'avvocato Ferdinando Mauro Miranda, il legale di Florin Catalin Lovin, marito di Andreea, ha nominato un ginecologo, un anatomo patologo e un medico legale che saranno presenti all'esame autoptico in rappresentanza della famiglia. Interverranno inoltre i periti della Procura di Pavia e del San Matteo. In attesa dell'autopsia, prosegue l'inchiesta scattata in seguito all'esposto presentato dal marito della donna.

La Procura, che ha acquisito tutta la documentazione sanitaria sul caso, sta identificando i medici e gli infermieri al lavoro nella notte tra lunedì 16 e martedì 17 dicembre, momento del decesso. Le ipotesi di reato sono omicidio colposo e responsabilità colposa per morte in ambito sanitario. Sul caso gli inquirenti mantengono il massimo riserbo ma sarebbero già pronti gli avvisi di garanzia indirizzati ad alcuni operatori sanitari. Stando a quanto ricostruito finora, la mamma ha accusato gravi sintomi di insufficienza respiratoria durante il lungo travaglio ed è andata in arresto cardiaco. I medici hanno provato a rianimarla, un tentativo che si è protratto per circa un'ora, ma senza successo. Da lì il tentativo disperato di salvare almeno il piccolo, ricorrendo al taglio cesareo. Altro tentativo risultato vano. 

(Unioneonline)

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