"Ci voleva una maggiore presenza, un management più integrato con la realtà italiana: gestire Alitalia dagli Emirati Arabi è stata una scommessa sbagliata". Così il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda in una intervista sul caso dell'ex compagnia di bandiera, ora commissariata, che ha ricevuto un prestito ponte di 600 milioni di euro dal governo.

Prestito che - dice Calenda - va in prededuzione, cioè viene prima di ogni altro debito. Quella del prestito ponte è la struttura normativa più sicura che c'è. Ovviamente c'è bisogno di un compratore. I commissari in quindici giorni devono aprire la ricognizione per le manifestazioni di interesse: l'obiettivo di tenere l'azienda insieme è sfidante e molto complesso. La compagnia è in continuità - assicura il ministro - e i voli continuano regolarmente".

Un altro esponente del governo, il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, ha dettato ancora la linea dell'esecutivo: "Contiamo di provare a trovare un compratore che mantenga il valore dell'azienda il più possibile intatto, che possa trovare un'azienda unita, non spezzettata, non vendendo aerei e poi rotte e così via". Quello dell'amministrazione straordinaria, ha ribadito Delrio, era un passaggio "obbligato" a fronte della richiesta avanzata dall'assemblea dei soci e del Cda della compagnia.
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