Alexandru è morto per sbaglio a 14 anni, li aveva compiuti lo scorso 26 dicembre. Ieri sera era col compagno della madre, che «lo amava come un figlio».

Il gruppo di 5-6 romeni, hanno ricostruito gli investigatori, ha avuto un litigio fuori da un bar con un altro gruppo di connazionali, probabilmente nomadi, per futili motivi, e ci sarebbero stati alcuni schiaffi e spintoni. Poi i due gruppi si sono dati appuntamento nel piazzale della metro Pantano, alle porte di Roma. Era una trappola: mentre il gruppo di Alexandru era lì è arrivata un’auto da cui sono stati esplosi dei colpi di pistola.

Forse solo un avvertimento, un’intimidazione dopo quella lite, ma due colpi hanno raggiunto il 14enne al petto uccidendolo. La macchina si è poi allontanata, del caso si stanno occupando i carabinieri di Frascati che hanno già identificato tre persone, che risultano ricercate.

Alexandru era magro, aveva i capelli nero corvino lisci pettinati in avanti come i ragazzi della sua età, i tratti del volto delicati. Sulle foto è sempre composto, anche quando spegne le 14 candeline del suo ultimo compleanno su una torta piena di panna a casa sua. Sul profilo TikTok, dove è di spalle, e ha addosso un giubbotto nero con un toro rosso sulla schiena, è appoggiato su una ringhiera e guarda un parco davanti a sè pensieroso: magari pensa al calcio che amava tanto e a cui giocava con gli amici appena poteva. Ma gli piacevano anche le moto e la boxe. E amava la sua cagnolina.

Viveva a Montecompatri Alexandru, «era un ragazzo non bravo, più che bravo», lo descrive lo zio Ionut cercando di trattenere le lacrime. «È morto senza un motivo. Gli hanno tolto la vita per niente - dice ancora incredulo -. Andava a scuola e giocava a calcio. Non andava per strada, non era in mezzo alla droga. Mio fratello è il compagno della madre, per lui era come un figlio. Stava con lui stanotte perché voleva andare a dormire da un altro zio».

Poi aggiunge: «Ho dei sospetti su chi possa aver ucciso mio nipote ma ci sono delle indagini, saranno i carabinieri a scoprire chi è stato». Il 14enne viveva in una casa al piano terra di una palazzina residenziale. Una vita da adolescente: il calcio e la scuola, frequentava la terza media alla scuola Domenico Savio. Il prossimo anno sarebbe andato alle superiori.

Su un reel postato su TikTok qualcuno lo aveva ripreso seduto al banco della sua classe durante la ricreazione mentre guardava il suo telefonino. Appena si era accorto di essere ripreso, con una faccia sorpresa si era voltato dall'altra parte. Ma sempre con grazia. Aveva anche una cagnolina, Kendra, che per tutta la giornata ha continuato ad abbaiare davanti alla porta di casa aspettando Alexandru, che spesso la portava a spasso. Chi lo conosceva parla di lui come di un ragazzo «gentile, tranquillo, educatissimo, anche molto timido». Un ragazzino che si prendeva cura dei due fratellini più piccoli.

La sua famiglia era andata ad abitare a Monte Compatri da circa due anni e si era integrata bene. Sui social sono in tanti a parlare della morte di Alexandru: «Non si può essere uccisi così a soli 14 anni», commentano in tanti, lasciando emoji a forma di cuore o di fiore e condoglianze alla famiglia.

(Unioneonline/L)

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