C’è anche un sardo tra i vincitori del Premio Giorgio Ambrosoli, giunto quest’anno alla decima edizione.

È Antonello Congiu, già direttore della Biblioteca di Carbonia da lui avviata, sindacalista, segretario generale della Camera del Lavoro della Sardegna Sud Occidentale dal 2018 a marzo di quest’anno.

Fu lui a fine 2019 – “in una cornice di pressioni improprie” – a denunciare alla Procura della Repubblica gravi irregolarità nei Patronati Inca di San Gavino, Guspini e Villacidro ad opera “dell’allora funzionario preposto in merito a 107 pensioni sospette”. Dalle indagini scaturite “è emerso che su almeno 32 casi le pensioni sarebbero state percepite in maniera irregolare sulla base di contributi fittizi in essere da decenni. Il sindacato si è costituito quale parte lesa a tutela dei propri iscritti e il funzionario è stato licenziato”.

Il Premio – dedicato all’avvocato e commissario liquidatore assassinato l'11 luglio 1979 da un sicario del banchiere Michele Sindona – è stato consegnato al Piccolo Teatro di Milano e promuove gli “esempi invisibili” di persone che “nell’ambito della loro attività professionale si siano contraddistinte per la difesa dello stato di diritto tramite la pratica dell'integrità, della responsabilità e della professionalità, pur in condizioni avverse a causa di ‘contesti ambientali’ o di improprie pressioni contro la legalità nel contesto in cui hanno operato”.

Hanno ricevuto il riconoscimento anche la rumena Roman Roxana che denunciò i clan a Roma, i funzionari di Banca d’Italia Claudio Clemente e Giovanni Castaldi, la testimone di giustizia Lea Garofalo, il poliziotto Boris Giuliano assassinato da Cosa Nostra nel 1979, il commissario straordinario Maurizio Bortoletti, la consigliera comunale Rossella Pera e l’imprenditore palermitano Giuseppe Piraino. Tutte, le loro, “condotte esemplari di tutela della legge in condizioni di pressioni e intimidazioni”.

(Unioneonline/D)

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