Non ha retto il peso delle critiche per il presunto flop del suo Festival, l'imprenditore Alberto Re, 78 anni. È morto dopo essersi sparato un colpo di pistola alla testa, nella sua casa, ad Agrigento. L’uomo, noto in città, era il patron della 43esima edizione del “Paladino d'Oro - Sport film festival”, in corso al teatro Pirandello della città. Sui motivi che lo hanno portato a togliersi la vita sta indagando la Squadra Mobile mentre la Procura si accingerebbe ad aprire un'inchiesta.

Da giorni era stato travolto da numerose polemiche, nate proprio dopo l’esito negativo di quella “prima serata”, riservata ai soli partecipanti, che non si sono presentati. «Alberto non ce l'ha fatta. Sono profondamente addolorato, se ne va un grande amico, un galantuomo, un uomo perbene. Porterò con me il ricordo di un uomo appassionato, amante del bello e della cultura ed innamorato della sua città», ha commentato il sindaco Francesco Micciché.

«Siamo sconvolti e attoniti per la perdita di un grande uomo e un professionista esemplare come Alberto Re, il primo fra tutti che ha voluto portare lo Sport film festival ad Agrigento perché fermamente convinto della promozione internazionale che avrebbe garantito alla città questa kermesse, anche in vista di Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025. Perdiamo un galantuomo, un uomo perbene», hanno scritto gli organizzatori dell’evento, che continuerà a svolgersi secondo il programma previsto «perché siamo convinti che lui avrebbe voluto così».

Per il prefetto Filippo Romano «Alberto Re è stato vittima di una campagna denigratoria che lo ha spinto a un tristissimo gesto estremo. Una campagna denigratoria nella quale la legittima critica politica e giornalistica ha travalicato i limiti dell'umanità».

(Unioneonline/v.f.)

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