"Marcello Bruzzese aveva già chiesto da due anni di uscire dal sistema di protezione".

Lo ha dichiarato il ministro dell'Interno Matteo Salvini, oggi a Pesaro per presiedere il Comitato per l'ordine e la sicurezza.

Il riferimento è all'agguato avvenuto nella città marchigiana, in pieno centro, il giorno di Natale, quando due killer hanno ucciso Bruzzese - 51enne di origini calabresi, fratello del collaboratore di giustizia Biagio Girolamo Bruzzese, in passato legato alla 'ndrangheta - davanti all'appartamento in cui viveva da tre anni.

L'uomo stava parcheggiando l'auto nel garage della sua abitazione, verso le 18:30, quando due persone incappucciate sono entrati in azione sparando almeno venti colpi, oltre la metà quelli hanno raggiunto il corpo. Poi si sono dileguate, correndo nei vicoli stretti della zona a traffico limitato.

"Mi risulta che la procedura fosse in corso e che ci fosse un ragionamento economico su come chiudere la partita", ha detto ancora il vicepremier, che ha fatto sapere che sono in corso le indagini per risalire ai responsabili dell'omicidio.

Sul caso è stata aperta un'inchiesta la Direzione distrettuale antimafia di Ancona e i Carabinieri, coordinati dai pm Fabrizio Giovanni Narbone e Maria Letizia Fucci di Pesaro Urbino.

Secondo Salvini il delitto "è un gesto di estrema debolezza, non di forza. Un segnale di arroganza, di violenza ma di debolezza. Lo Stato è più forte e, alla fine, la battaglia sarà vinta. Se pensano di spaventare qualcuno, si sbagliano".

"Sono qua a testimoniare il fatto che le Marche e i marchigiani sono più forti di qualsiasi infiltrazione criminale" ha aggiunto, sottolineando che tutti i dati della criminalità sono in calo: "sono orgoglioso del lavoro che stanno facendo le forze dell'ordine", ha concluso il ministro.

(Unioneonline/F)
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