E’ morto nel giorno del "no" al referendum sull'eutanasia deciso dalla Corte Costituzionale Amedeo Grisi, 49 anni, cantante di Sanremo che per sette anni ha lottato contro la Sclerosi laterale amiotrofica (Sla).

Lo scorso mese di agosto ha deciso di interrompere le cure, dicendo che preferiva smettere di respirare piuttosto che avere un tubo in gola e altri nello stomaco, per sopravvivere "chissà, magari ancora un paio di anni".

Aveva spiegato il perché sui social: "A noi malati di Sla viene concesso di decidere se 'andare avanti' facendo una tracheotomia, che vorrebbe dire un tubo in gola e altri tubi nello stomaco per essere alimentato, inchiodato in un letto e con una aspettativa di vita di inferno di due anni. L'altra possibilità è quella di fermarsi e sottoporsi a eutanasia. Io ho scelto la seconda perché la prima non mi appartiene e perché il desiderio è quello di tornare a essere libero".

"Non ho programmato giorno e mese per sottopormi a eutanasia. Ma il giorno che sarò colto da una crisi respiratoria mi fermerò. Il mio tempo ormai è terminato - aveva aggiunto -. Sarà un mese, due, una settimana? Io sono pronto. Sono sicuro che per qualcuno, più di uno, non andrò mai via veramente. Il potere della musica e dell'amore ci rende immortali".

Nel gennaio 2018, nell'ex oratorio di Santa Brigida del centro storico di Sanremo, Grisi riuscì a duettare con Claudio Baglioni, all'epoca direttore artistico del 68esimo Festival, coronando un suo grande sogno. A novembre dello stesso anno annunciò: "Combatto per la mia voce. È un mese che ho dei seri problemi, non respiro più molto bene e non riesco a cantare. Da due anni ho smesso di suonare la chitarra, amata compagna di viaggio". 

(Unioneonline/D)

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