Si è avvalso della facoltà di non rispondere Francesco Marfisi, comparso davanti al gip del tribunale di chieti Luca De Ninis per l'udienza di convalida dell'arresto di giovedì scorso.

Il 60enne di Lanciano ha ucciso a coltellate la moglie e l'amica del cuore.

Nel corso dell'udienza il sostituto procuratore Giancarlo Ciani ha chiesto la convalida dell'arresto per duplice omicidio, con le aggravanti di premeditazione, crudeltà, porto abusivo d'armi, violazione di domicilio.

Il gip dovrebbe decidere nelle prossime ore. Intanto Rocco Giancristofaro, difensore di Marfisi, parla di un uomo "non lucido", che "non si rende ancora conto di quello che ha fatto".

Il doppio delitto è avvenuto lo scorso giovedì: l'uomo non accettava la separazione, che da poco tempo aveva avviato con la moglie. E credeva che la 47enne, Letizia Primiterra, avesse una relazione con la sua migliore amica, la 33enne Laura Pezzella.

Così in preda a un raptus ha raggiunto prima la moglie, uccidendola con due fendenti alla gola. Mezz'ora dopo la Pezzella, aggredendola sempre con un coltello da macellaio.

Stando alle prime dichiarazioni dell'uomo, ora in isolamento nel carcere di Lanciano, voleva solo spaventare la coniuge e convincerla a tornare con lui, ma lei lo avrebbe provocato insultandolo e deridendolo. Una ricostruzione che non torna agli inquirenti, visto che il 60enne è andato da lei armato.

Intanto è emerso che la Primiterra aveva subito già abusi dal marito e per questo si era rivolta sia a un centro antiviolenze che ai carabinieri. Ma le sue denunce erano cadute nel vuoto.

La coppia aveva tre figli maggiorenni, mentre la Pezzella era mamma di due bambini.
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