«Se consideriamo il lavoro che c'è dietro e le difficoltà nel trovarli, dovrebbero costare quanto il caviale», sospira Stefano Melis, appena uscito dal mare di Arborea con cinque sacchi di ricci.

Il bottino del giorno.

Attorno a questo oro giallo e rosso, contenuto nei paracentrotus lividus , sempre più rari nelle acque della Sardegna, gravita un giro d'affari ufficiale di oltre 1,6 milioni di euro a stagione.

Ma per avvicinarsi ai numeri veri, gonfiati dal mercato parallelo abusivo, bisogna almeno raddoppiare le cifre.

Rispetto al passato, è già tanto avere una stima dell'anno 2015: circa 5 milioni di ricci dichiarati dai pescatori regolari alla Regione, che attraverso l'assessorato all'Agricoltura cerca di tenere sotto controllo un settore dove il sommerso è sempre stato dominante. Il dato reale è sicuramente più alto, perché solo il 60 per cento dei pescatori ha presentato i giornali di bordo.
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