Di lui si sanno nome e cognome, e la sua data di nascita. Ma questi dati non sono sufficienti a ritrovare gli eventuali discendenti del militare, con tutta probabilità sardo, reduce di Russia durante la Seconda guerra mondiale.

Serafino Piludu era nato nel 1917, figlio di Salvatore e Tomasa Stori. Questo è quello che ad ora si riesce a leggere sulla targhetta che Alexander, un ex poliziotto, ha ritrovato in un’area in cui hanno combattuto i soldati italiani negli anni 1942-1943. Il gruppo degli alpini di Rivignano Teor ha contattato la redazione di UnioneSarda.it per lanciare un appello e ritrovare i discendenti dell’uomo. 

“Da anni collaboriamo con un’associazione di Taranto che si chiama ‘Armir, il ritorno dall’oblio’ – spiega Roberto Venturini -, e attraverso la collaborazione di Alexander riceviamo i cimeli che lui ritrova e li riconsegniamo alle famiglie”. Tra questi c’è la targhetta del soldato Piludu. “È quella che veniva usata per il riconoscimento dei morti, è in doppia lamina. Una veniva lasciata sul corpo, l’altra veniva presa dagli ufficiali o dai compagni e consegnata al distretto militare per l’archiviazione come ‘caduto’”. La piastrina di Serafino è però molto consumata, “non si riesce a leggere il mandamento, ossia il luogo da cui è partito, il Comune di nascita”, per questo finora non è stato possibile restituirla ai parenti.

“Abbiamo fatto varie ricerche, basandoci sulla distribuzione dei cognomi in Italia, e ci sono circa 280 famiglie con quel cognome, la maggior concentrazione è in Sardegna. Ho scritto allora ai Comuni ma finora non abbiamo avuto riscontro”.

“Sarebbe bello poter ritrovare i parenti del militare, speriamo di avere un aiuto dai sardi”, conclude Venturini.

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