Tribunale ecclesiastico regionale:la relazione del vicario giudiziale don Mauro Bucciero
Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Eccellentissimi Vescovi,
Confratelli nel sacerdozio,
Preziosi collaboratori,
Autorità civili, militari e accademiche,
Signore e Signori,
grazie per essere a diverso, ma sempre qualificato titolo, qui convenuti.
Il tempo attuale è caratterizzato dalle sfide lanciate a noi operatori del diritto dalla recente riforma operata da papa Francesco, a cui va il nostro pensiero pieno di gratitudine. Sono già visibili nel tessuto ecclesiale i primi frutti del lavoro dei due sinodi sulla famiglia a cui ha fatto seguito l’esortazione apostolica Amoris Laetitia, ed il motu proprio Mitis Iudex Dominus Iesus. Sono certo che nei prossimi anni emergerà con sempre più evidenza la portata storica della riforma operata dal sommo pontefice. Oggi intendo fornire un breve resoconto di come la riforma sia stata recepita in Sardegna e quanto sia stato fatto per la sua attuazione dal nostro tribunale. Le note più importanti della riforma di papa Francesco possono essere espresse con tre parole: celerità, prossimità, gratuità.
La nuova normativa ha certamente voluto abbattere i tempi del giudizio di nullità matrimoniale, così come richiesto dai padri sinodali, esigendo che i processi non durino troppo per evitare di tenere a lungo le persone con il dubbio circa la nullità o meno del loro matrimonio. L’abolizione dell’obbligatorietà della doppia sentenza conforme, ed il ritorno all’appello ad istanza di parte, ha avuto anche in Sardegna il suo effetto immediato: se in passato il tempo medio, dall’introduzione della causa alla possibilità di passare a nuove nozze, era poco meno di quattro anni, ora si è ridotto a poco più di un anno e mezzo. Nella seconda parte della relazione saranno resi noti più particolarmente i dati statistici. La riforma non solo ha messo in luce la potestà giudiziale del vescovo diocesano, peraltro da sempre riconosciuta dal diritto: ne ha soprattutto auspicato l’esercizio diretto. Il cosiddetto processo “più breve” è essenzialmente la modalità innovativa di esercizio della potestà giudiziale dei vescovi nell’ottica della celerità. Ad oggi attraverso il nostro Tribunale Ecclesiastico Regionale sono stati celebrati sei processi brevi: tre cause provengono dalle diocesi di Tempio-Ampurias, di cui sono vicario giudiziale, una della diocesi di Alghero ed una dalla diocesi di Ales-Terralba. Pervenuti i libelli al TERS, secondo i canali tradizionali, ovvero presentati alla cancelleria TERS attraverso gli avvocati ecclesiastici, la possibilità della via “più breve” è stata valutata successivamente dal Vicario giudiziale. La celerità del procedimento con un’unica unica sessione istruttoria ha consentito che, in media, nel giro di tre mesi si arrivasse all’esecutività della sentenza senza che il processo perdesse la sua natura giudiziale. Non è mai mancata la figura del patrono, sempre presente o con mandato di fiducia o ex officio.
Altro elemento caratterizzante la riforma pontificia è la prossimità: evitare che le distanze geografiche rendano difficile l’accesso dei fedeli al sistema giudiziario; la sede del nostro tribunale è senza dubbio decentrata rispetto al resto del territorio, ma negli ultimi anni si è fatto in modo, attraverso il sito internet del nostro tribunale, che tutti potessero usufruire dei suoi servizi, in particolare quello della consulenza gratuita in vista dell’introduzione di una causa di nullità, attraverso l’assegnazione di un avvocato il più vicino possibile a chi ne abbia fatto richiesta. Le oltre 20.000 visite al nostro sito e le relative cento consulenze richieste nello scorso anno dimostrano che oggi la distanza geografica tra la nostra sede e le diverse città dell’isola, rappresenta un ostacolo sempre meno insormontabile per i fedeli ad accedere al nostro Tribunale. Ci si è, inoltre, adoperati perché l’escussione delle parti e dei testi avvenisse vicino al luogo di residenza. Mentre, infatti, per i fedeli delle diocesi del sud Sardegna è facile accedere direttamente alla sede centrale, per le altre diocesi più distanti, da anni, si provvede con le rogatorie ai tribunali diocesani di Sassari, Tempio ed Ozieri. Nelle diocesi dove non è possibile inviare delle rogatorie, invece, si è provveduto con le trasferte: è, in questi casi, il giudice TERS a recarsi personalmente, così che per i fedeli risulti facile essere ascoltati senza troppo incomodo per loro.
Per quanto concerne la gratuità, effettivamente, il nostro tribunale ha cercato, da sempre, di venire incontro alle parti meno abbienti assicurando loro il servizio giudiziale totalmente gratuito o assegnando loro un patrono gratuito. Anche quest’anno nelle 90 cause introdotte a 45 parti è stato assicurato il processo in modo totalmente gratuito e 5 hanno dovuto pagare solo il contributo spese processuali di 525 euro.
Un ultimo elemento, meno evidente ma non per questo meno importante, è la valorizzazione dei laici nel sistema giudiziario ecclesiastico. Nel nostro TERS, soprattutto negli ultimi 5 anni, si è valorizzato al massimo il contributo dei laici nel servizio giudiziale, non solo per quanto riguarda l’ufficio di avvocato o di perito, così come quello del personale addetto, ma anche in quello di difensore del vincolo e giudice. Sono laici anche il promotore di giustizia e difensore del vincolo titolare e tre dei dieci giudici. Tutti gli avvocati del nostro foro sono stati coinvolti nel servizio di consulenza alle parti e di patrocinio gratuito. Purtroppo non c’è una previsione nelle norme CEI in vigore per il giusto emolumento di questi servizi, in quanto sono previsti solo per i patroni stabili. Si spera che nelle norme di prossima approvazione possano essere prese in considerazione altre forme di servizi gratuiti alle parti, quali quelle offerte dal nostro tribunale.
Ringrazio fin da ora, il relatore, Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Giuseppe Sciacca, per aver accolto l’invito a riflettere con noi sulle competenze della Segnatura Apostolica, di cui è Segretario, nell’attuale complesso quadro normativo. Molti dei presenti sono stati suoi allievi nel corso di avvocatura rotale; ascolteremo con attenzione quanto egli ci vorrà comunicare con quella amabile competenza che lo contraddistingue.
A Voi, Vescovi delle diocesi che sono in Sardegna, va la mia gratitudine per la fiducia che continuate a riporre in me, e per non avermi fatto mancare nuovi validi collaboratori: don Emanuele Meconcelli, della diocesi di Cagliari, nuovo vicario giudiziale aggiunto e don Giancarlo Caria nuovo giudice, della diocesi di Ozieri. Ai quattro difensori del vincolo quest’anno si aggiunge l’avvocato rotale Chiara Verdoliva, che ringraziamo per aver accettato un compito così delicato all’interno processo di nullità. Sono infinitamente grato a Lei, Eccellenza Reverendissima Mons. Arrigo Miglio, Moderatore del Nostro Tribunale, per la vicinanza sempre attenta e paterna nell’affronto delle difficoltà che costantemente si presentano.
Saluto cordialmente tutte le autorità civili e militari che regolarmente in questa ricorrenza sono soliti seguirci.
Un grazie di cuore rivolgo ai miei più stretti collaboratori: ai Vicari Giudiziali aggiunti, Mons. Usai, e don Meconcelli, ai giudici, ai difensori del vincolo e ai promotori di giustizia, per il loro puntuale e competente servizio
A tutti gli avvocati vada la mia stima ed i miei ringraziamenti per il lavoro svolto: rilevo che sempre più raramente emergano atteggiamenti non funzionale al buon andamento del servizio.
Ai molti periti delle diverse scienze mediche, e agli psicologi va il mio apprezzamento per il prezioso contributo.
Al Capo della Cancelleria e ai quattro Notai e a tutto il personale vada assieme il mio saluto il mio sincero ringraziamento.
Un grazie particolare, agli addetti stampa, anche quest’anno presenti, che ci consentono una comunicazione efficace con la comunità regionale. Mi piace ringraziare, infine, tutti quelli che, a qualsiasi titolo, hanno generosamente contribuito alla preparazione di questa giornata.
DATI STATISTICI DELL’ ANNO 2016
Come di consueto rendo noti i dati utili alla conoscenza delle attività del nostro tribunale nell’anno appena trascorso.
Quest’anno in Sardegna sono state proposte 99 nuove cause: nel nostro tribunale sono state ammesse 84 al processo ordinario e 6 al processo più breve. A queste si devono aggiungere 8 processi più brevi ammessi dal vicario giudiziale del tribunale diocesano di Cagliari ed un processo, con rito ordinario, celebrato nel tribunale diocesano di Tempio-Ampurias, per avvocazione del vescovo diocesano. All’inizio dell’anno 2016 risultavano pendenti 128 cause. Nel corso dell’anno, sono state concluse nel nostro tribunale 105 cause, delle quali 5 più brevi. Risultano così pendenti al 1 gennaio del presente anno 111 cause con rito ordinario ed 1 con rito più breve: circa il 12% in meno rispetto all’anno passato.
La percentuale tra pendenti e concluse quest’anno ha superato significativamente l’80%. L’anno appena trascorso, rispetto al precedente, ha registrato quindi un aumento di cause introdotte, compensando, in parte, il forte calo rilevato nel 2016.
Circa l’esito delle cause, quest’anno, 97 si sono concluse con sentenza, di cui 5 pronunciate dai vescovi diocesani nei processi brevi, mentre 8 sono state archiviate per rinuncia o perenzione; di quelle che si sono concluse con sentenza, in ben 92 casi è stata riconosciuta la nullità del matrimonio; solo 5 con rito ordinario hanno avuto esito negativo. Tutti e cinque processi più brevi, pervenuti al giudizio del vescovo diocesano, si sono conclusi con sentenza affermativa.
Si è continuato a lavorare per la riduzione deii tempi del processo, come si può dedurre dal grafico che segue: vale, forse la pena di osservare che il numero delle cause pendenti all’inizio del 2017 si è ulteriormente ridimensionato; va inoltre osservato che la percentuale delle cause ancora pendenti, varia di molto rispetto a quella de-gli anni passati: oggi solo il 13% delle cause (15 su 112) è pendente da più di due anni contro il 32% del 2010. Attualmente la causa più antica è pendente dal 21 febbraio 2014 poco più di 3 anni; nel 2010 la più antica risaliva al 1999 ed a seguire una al 2000 e due al 2001, ovvero oltre dieci anni. Per quanto riguarda la tempistica con la quale le cause introdotte negli ultimi anni sono andate a sentenza, sono stati confrontati i dati degli ultimi sei anni con quelli che il codice, riformato dal
motu proprio pontificio, stabilisce per le singole fasi. Il grafico che segue mostra la durata media delle singole fasi del processo delle cause introdotte negli ultimi sei anni, confrontate con i tempi stabiliti dal codice.
Per evidenti ragioni, i dati del presente grafico al 1 marzo 2017, sono definitivi per i primi quattro anni, tendenziali per il 2014 e 2015. Infatti, relativamente al 2014 e 2015 il 19 % delle cause introdotte, non sono ancora andate a sentenza.
Relativamente al periodo compreso tra l’introduzione della causa e l’inizio della fase istruttoria si è passati dai 9 mesi delle cause introdotte nel 2010 ai 5 mesi del 2016, avvicinandoci di molto al tempo stabilito dal codice. Il periodo che va dall’inizio dell’istruttoria fino alla sentenza, è sceso di media dai quasi due anni nel 2010, a circa un anno nel 2015.
Il tempo della scrittura delle sentenze è passato ad un mese così come previsto dal codice. Anche il tempo per la notifica della sentenza e l’invio al Tribunale d’appello, per le sentenze pubblicate prima dell’8 dicembre 2015 o l’esecutività per quelle pubblicate dopo l’entrata in vigore della nuova normativa, si è ridotto ad un solo mese. L’effetto dell’abolizione della doppia conforme si è manifestato in modo significativo a partire dalle cause introdotte nel 2015: il tempo globale dall’introduzione della causa all’esecutività della sentenza, connesso alla possibilità di contrarre nuove nozze, si è ridotto di poco meno della metà, mentre nella cause introdotte nel 2015 di oltre la metà, passando dai quasi 4 anni delle cause introdotte nel 2013 ad un anno e mezzo del 2015.
Per quanto riguarda la tempistica delle 5 cause più brevi si rileva che non ci siamo discostati di molto da quanto prevede la norma-tiva. In media si è arrivati alla esecutività nel giro di poco più di tre mesi. Considerando che nel 2016 alcune cause si sono concluse in circa sei mesi si capisce meglio il termine “più breve” dato al processo che si svolge davanti al vescovo. Anche il processo ordinario deve essere “breve”.
Continua l’accelerazione nella trattazione delle cause: nel 2016 la sentenza è stata emessa in meno di due anni dall’introduzione in poco meno della metà dei casi. Più nel dettaglio: 16 cause sono andate a sentenza in meno di un anno, rispettando così la tempistica codiciale; 27 cause (il 50% di quelle decise nell’anno) sono andate a sentenza in meno di due anni; 35, (il 23%) entro i tre anni, 19 (il 16%) entro i quattro anni. Il grafico seguente dà un’immagine nitida della situazione. Poiché oltre il 60% delle cause verte sull’incapacità che esige in linea di massima una perizia, la sua esecuzione comporta un allungamento di almeno di tre-quattro mesi; per questo è sempre più difficile concludere le cause in meno di un anno: ciò si verifica solo nei casi di simulazione, sempre che nella causa non sussistano eccessive conflittualità tra le parti.
Attraverso questa tabella si è voluto evidenziare che non tutti i capi proposti hanno la stessa dimostrabilità, e questo evidentemente incide, sull’esito maggiormente affermativo di alcuni capi rispetto ad altri. I capi di nullità che sono risultati più favorevoli, in quanto processualmente più facilmente dimostrabili, rimangono il difetto di discrezione di giudizio (l’88% di esito affermativo) e di seguito l’incapacità ad assumere gli oneri coniugali (il 76% di esito affermativo), l’esclusione della prole (il 77% di esito affermativo), e dell’indissolubilità (il 74% di esito affermativo).
Il nostro operato in gran parte è stato ratificato con semplice decreto da parte del Tribunale di Appello del Vicariato di Roma: in media oltre l’85 % delle sentenze affermative sono state confermate per semplice decreto, senza il rinvio al grado ordinario, nel quale un ulteriore 5% è stato confermato con sentenza di secondo grado. Relativamente alle sentenze emesse nel 2015 ed inviate a Roma, la conferma è stata del 94%; 46 cause pubblicate dopo l’8 dicembre 2015 sono invece diventate esecutive senza passare al vaglio del tribunale di appello. Il totale è dunque che ad oggi solo 4 su 63 (il 6% ) non sono ancora esecutive in quanto è in corso l’appello. Per quanto riguarda il 2016 delle 93 sentenze affermative solo 3 sono state appellate dalla parte convenuta, ed 81 sono diventate esecutive. Se non ci saranno ulteriori appelli delle parti, diverranno esecutive il 97% delle sentenze emesse dal nostro tribunale.
Le tabelle riportate evidentemente illustrano i dati assoluti, ed i coefficienti in proporzione alla popolazione delle singole diocesi. Rilevante quest’anno è il dato della diocesi di Cagliari: da sempre poco meno del 50% delle cause provenivano dalla diocesi sede del Tribunale e del maggior numero di avvocati; quest’anno solo il 37%; in termini assoluti gli ultimi due anni hanno registrato i dati più bassi dell’ultimo decennio. In aumento invece quelle provenienti dalle diocesi di Sassari e Tempio-Ampurias.
È d’obbligo evidentemente per noi operatori il tenere costantemente presente che ogni dato statistico si celano persone con la loro dignità e specifiche vocazioni.
Voglia Eccellenza Reverendissima nella sua qualità di Moderatore, dichiarare aperto l’anno giudiziario 2017 del Tribunale Regionale Ecclesiastico Sardo.