Ha intrapreso una battaglia in nome dell’immenso amore per gli animali. Quell’amore che, dopo la laurea in allevamento e benessere animale, l’ha portata a comprare un camper e a girare l’Italia e l’Europa per incontrare e aiutare chi non riesce ad avere il giusto rapporto con il suo amico a quattro zampe. Chiara Ariu, originaria di San Giovanni Suergiu, ha 26 anni e ha deciso in questi giorni, segnati da fatti di cronaca che hanno visto protagonisti cani aggressivi con i quali anche lei suo malgrado ha dovuto fare i conti, che la sua missione sarà quella di provare a convincere il Governo italiano a imporre norme precise a chiunque intenda portare a casa un cane.

In viaggio

La sua vita a bordo di un camper la sognava già da studentessa: «Dopo la maturità in Sardegna mi sono iscritta all’Università in un ramo di medicina veterinaria che si chiama “Allevamento e benessere animale” e ora sono un’esperta nel campo del comportamento e dell’alimentazione del cane. Sapevo già durante gli studi che la mia vita non sarebbe mai potuta essere in un ufficio e che avrei voluto lavorare con i cani e con le persone e in famiglia mi hanno incoraggiato a seguire questa passione che, dallo scorso anno, mi ha portato in tante città d’Italia e d’Europa con il mio adorato cane Milo come compagno di viaggio. Il sogno procedeva a gonfie vele, poi sono precipitata in un incubo».

Chiara e Milo
Chiara e Milo
llll Insieme Tre immagini di Chiara, 26 anni, in camper e in compagnia del suo adorato cane Milo   llll Insieme Tre immagini di Chiara, 26 anni, in camper e in compagnia del suo adorato cane Milo   llll Insieme Tre immagini di Chiara, 26 anni, in camper e in compagnia del suo adorato cane Milo  

Mentre si trovava all’isola d’Elba a spasso con Milo è stata aggredita da un cane di grossa taglia che il proprietario ha lasciato senza guinzaglio che si è avventato contro il suo cane e l’ha ucciso: «Un momento di impotenza agghiacciante – racconta senza celare la tristezza che la accompagna da quel giorno – lo stesso che hanno provato tutte le persone che hanno vissuto questo tipo di attacco. Il dramma, ce lo dice la cronaca quotidiana, è che i cani aggressivi lasciati senza controllo a causa di proprietari non preparati a gestirli stanno causando morte e disperazione. Pensiamo al runner ucciso dai tre rottweiler, pensiamo al bimbo ucciso recentemente da un pitbull. Pensiamo a quanto accade a Carbonia dove alcuni rioni sono tenuti sotto scacco da due pitbull lasciati senza controllo. Le sanzioni non sono un deterrente sufficiente».

In prima linea

Chiara, dopo qualche giorno di disperazione, ha deciso di reagire: «In Italia manca la formazione per chi vuole mettere un cane in casa, quella formazione e quella informazione che serve a impedire danni irreversibili – spiega – il possessore di una determinata razza di cani che non sa come gestirne la forza e i comportamenti la paragono a una persona che compra un’arma e non la sa utilizzare. L’arma in sè non è offensiva, lo diventa con un uso non consapevole». L’intento di Chiara è quello di creare un team di professionisti per elaborare una proposta da far arrivare in Parlamento: «Una proposta che porti a una legge che imponga un corso formativo obbligatorio per chi decida di acquistare un cane la cui gestione senza preparazione si farebbe problematica e pericolosa – spiega – un cane lasciato fuori controllo può in qualsiasi momento diventare la causa di una potenziale tragedia. Non basta l’obbligo di guinzaglio e museruola, molte tragedie hanno visto protagonisti cani che i proprietari non sono nemmeno riusciti a trattenere al guinzaglio. La formazione può convincere le persone ad affrontare percorsi educativi preziosi e può portare molti giovani che amano gli animali ad appassionarsi al tema e magari affrontare percorsi di studio alternativi a quelli classici. Una legge ad hoc potrebbe offrire anche nuove opzioni lavorative».

Sul web

Alimentata dal passaparola sul web e dall’hastag #giustiziaper milo la battaglia di Chiara fa ogni giorno piccoli passi: «Serve l’aiuto di tutti, dal semplice cittadino al veterinario, dallo psicologo all’insegnante. Tutti possono fare la loro parte. Io non intendo fermarmi». Stefania Piredda RIPRODUZIONE RISERVATA

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