Geositi, a Carbonia parte l'appello per valorizzare il patrimonio
Ospite d'eccezione Luigi Sanciu, geologo e direttore dei museo di Genoni e MasullasPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Sono tantissimi, noti e meno noti, e meritano sempre più interventi di protezione, e valorizzazione. Un appello in tal senso è giunto dal convegno sui geositi sardi ospitato dal museo Paleontologico Martel della Grande miniera di Serbariu grazie al Consorzio culturale Sardegna che cura la gran parte dei siti archeologici e naturalistici di Carbonia e alcuni anche del Sulcis. Ospite d'eccezione Luigi Sanciu, geologo e direttore dei museo di Genoni e Masullas, da sempre paladino dell'importanza dei geositi anche in funzione di sana attrazione turistica: «Un patrimonio unico da conoscere, salvare e valorizzare», ha tenuto a rimarcare lo scienziato della Terra.
La Sardegna è la seconda regione in Italia per numero di geositi. Tutti per specificità uniche. Alcuni sono in fase di riconoscimento come Nebida, sono importanti anche il Canal grande, la costa di Santa Barbara, le colonne dell'isola di San Pietro (in parte crollate anni fa per una mareggiata) sono da tutelare. Motivo di visite frequenti sono le grotte di San Giorgio a Domusonas, i gaiser fossili e i blister (singolari strutturte vulcaniche) di San Pietro, una rarità a livello mondiale. Il direttore del Museo Martel Gianluigi Pillola è poi impegnato in attività di valorizzazione di fontana Morimenta dove tanti anni fa vennero scoperti i fossili del mammut nano.