Slitta ancora il Paur (provvedimento autorizzativo unico regionale) per il progetto di rilancio dell'Eurallumina di Portovesme. La riunione si sarebbe dovuta svolgere domani ma dall'incontro avvenuto ieri tra la Regione, la Provincia e l'azienda è emerso che le posizioni sulle fideiussioni sono ancora troppo lontane. Si è preferito quindi rinviare la conferenza sul Paur ad altra data, cercando una soluzione che possa avvicinare le stime dell'azienda a quelle della Provincia, calcolate quest'ultime in applicazione di una delibera regionale del 2008.

Il nuovo rinvio non lascia tranquilli sindacati e lavoratori. "È il secondo rinvio del Paur, questi ritardi ci preoccupano non poco - dice Enzo Lai, segretario della Femca Cisl del Sulcis Iglesiente - ci auguriamo che al più presto si trovi una soluzione e si proceda all'approvazione del Paur senza perdere altro tempo". "Ci troviamo nel paradosso - commenta Emanuele Madeddu, segretario della Filctem Cgil - che quello che non è stato fatto con l'embargo (l'Eurallumina è di proprietà della russa Rusal, ndc) lo farà la burocrazia con i suoi ritardi. Servono tempi certi per mettere al sicuro il rilancio della fabbrica".

Nei giorni scorsi la società aveva fatto sapere ai lavoratori, a proposito delle preoccupazioni per la situazione internazionale, che la Rusal non è sottoposta a sanzioni e che tutti gli obblighi verso i dipendenti saranno rispettati. La notizia del rinvio del Paur è un'ulteriore preoccupazione per gli operai. "Si è ad un passo ormai dalla ratifica del Dpcm che ci vede direttamente interessati - dice Antonello Pirotto, dipendente Eurallumina e leader delle battaglie per la riapertura della fabbrica - e si corre il rischio di arenarsi sul Paur, che doveva essere uno strumento più snello e rapido. La soluzione al superamento di questa assurda delibera del 2008 va assolutamente trovata tra Regione e Provincia per dare seguito al programma di investimenti da 300 milioni di euro, che creerebbe 1400 occupati tra diretti e indotto. Non resteremo inermi".

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