Due arresti e quasi 8000 euro falsi recuperati in due operazioni distinte ma a quanto pare strettamente collegate tra loro. Ma soprattutto la sensazione che l'inchiesta si possa ora allargare a macchia d'olio, arrivando a scoprire una banda di falsari che in questi mesi sta inondando Cagliari e l'hinterland di banconote da cento euro quasi identiche a quelle stampate dalla Zecca di Stato.

DUE IN MANETTE In cella sono finiti Priamo Deidda, disoccupato cagliaritano residente in piazza Medaglia Miracolosa, e Antonio Casula, allevatore di Capoterra. A casa del primo i carabinieri hanno trovato 800 euro falsi in tagli da cento, più consistente invece il sequestro effettuato nell'appartamento del secondo: oltre 7000 euro in perfette imitazioni delle banconote verdi. Pochissimi i particolari filtrati sugli arresti, a conferma del fatto che, molto probabilmente, gli accertamenti da parte delle forze dell'ordine sono ancora in corso. Si sa però che le banconote sequestrate nei due blitz sono apparentemente identiche, per cui è altamente probabile che siano state messe in circolazione dalle stesse persone. Inoltre sembra che gli ultimi arresti siano da mettere in relazione con un altro fermo effettuato questa estate a Cagliari, sempre per detenzione di soldi falsi.

IL PRIMO ARRESTO Il primo degli spacciatori di banconote fasulle a finire in manette è stato martedì il cagliaritano Deidda. Dalle poche notizie trapelate si sa che gli inquirenti sono arrivati a lui dopo che un commerciante ha segnalato al 112 di aver ricevuto da un cliente che stava acquistando un computer un paio di banconote da cento euro non autentiche, anche se stampate così bene da risultare quasi indistinguibili da quelle regolari. Il compratore è stato subito fermato e ha rivelato che i soldi gli erano stati dati da Deidda. Così i carabinieri sono piombati in casa del disoccupato per effettuare la perquisizione e, nascoste in un cassetto, hanno appunto trovato le otto banconote false da 100 euro.

IL SECONDO BLITZ Giovedì è invece scattata la seconda operazione: era da poco sorta l'alba quando gli uomini dell'Arma hanno effettuato due perquisizioni in simultanea a Capoterra. Una a casa di Casula, che a quanto pare risulta del tutto incensurato, l'altra nell'abitazione di un suo amico. Dal secondo blitz non è saltato fuori nulla, mentre rovistando nell'appartamento dell'allevatore i militari hanno rinvenuto oltre 7000 euro falsi. E guarda caso le banconote in questione erano molto simili a quelle sequestrate due giorni prima a Cagliari, il che ha generato il sospetto che siano state stampate nella stessa zecca clandestina.

GLI INTERROGATORI Deidda, tutelato dall'avvocato Marco Lisu, e Casula, difeso dall'avvocato Antonello Garau, sono finiti entrambi a Buoncammino e questa mattina compariranno davanti al Gip per l'udienza di convalida. Il pm di turno, Enrico Lussu, ha già chiesto l'applicazione nei loro confronti della misura cautelare in carcere. ( m. le. )
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