Menomale che è un’esercitazione, altrimenti c’era da star freschi in attesa del soccorso amico. L’operazione militare congiunta di otto paesi della Nato, “Noble Jump 2023”, nobile salto, che scatterà ufficialmente tra 48 ore in Sardegna ha un obiettivo messo nero su bianco: il soccorso congiunto verso uno Stato alleato sotto attacco. L’Isola dei Nuraghi, manco a dirlo, è stata prescelta, guarda caso, per simulare il Paese preso di mira da un ipotetico nemico. Il manuale della magnificenza della Nato prevede il rapido convergere di ogni genere di mezzi e uomini nel punto prescelto. In questo caso lo sbarco alleato è previsto da nord a sud, negli aeroporti di Cagliari-Elmas, Decimomannu e Alghero, nei porti di Cagliari, dal molo Ichnusa al Terminal container, sino a Olbia, passando per quello di Sant’Antioco. Uno sbarco concentrico di tremila uomini e ben settecento blindati e mezzi da guerra. Navi cariche di armi e munizioni che da giorni navigano dal nord Europa verso la Sardegna con tempi d’intervento che appaiono decisamente “biblici” se dovessero davvero prestare soccorso ad un alleato. Basti pensare alla “Ark Germania”, la nave ro-ro della potentissima Dfds, bandiera danese, giunta ieri mattina al cospetto del deserto del Porto Canale di Cagliari. Era salpata da Emden, nord della Germania, Bassa Sassonia, 6.000 km da Cagliari, il 17 aprile scorso. Sette giorni pieni di navigazione per “salvare” la Sardegna dall’attacco nemico. In realtà in una settimana, qualsiasi attacco ben attrezzato, non avrebbe lasciato scampo all’Isola.

Sette giorni per il «soccorso»

I tedeschi, però, anche se ci hanno messo sette giorni per varcare il Golfo degli Angeli, si presenteranno al cospetto di Teulada con l’ultima generazione di carri armati, i più potenti, quelli capaci di colpire un bersaglio (spiagge, mare e tratti magnifici di costa) a 5 chilometri di distanza. I Leopard A7V, sono a bordo della “Ark Germania”, posizionata, dopo l’ingresso mattutino in porto, in rada davanti a Giorgino. Carri armati dotati di nuove telecamere optroniche capaci di mirare e bombardare in piena notte. Si spiegano così le ordinanze della Capitaneria di Porto di Cagliari che preannunciano su gran parte della costa sud, davanti al poligono di Teulada, bombardamenti dalla mezzanotte sino alle 23.59, in teoria un minuto di tregua al giorno, sino alla fine delle “ostilità”, prevista per il 14 maggio. Il carico della nave arrivata ieri a Cagliari dalla Germania potrebbe, però, rappresentare per i tedeschi molto di più che un’esercitazione.

La fiera dei Leopard da 8 miliardi

In ballo, secondo fonti ben informate, ci sarebbe una trattativa in atto tra le forze armate italiane e l’industria bellica germanica per acquistare la “bellezza” di 250 carri armati modello Leopard 2A7, cioè la versione più aggiornata, ritenuto dai “guerrafondai” per eccellenza il miglior carro armato al mondo. Una spesa per il pacchetto (acquisto e supporto logistico) stimata attorno agli 8 miliardi di euro. Un’esercitazione dietro la quale si potrebbe, dunque, celare l’ennesima fiera delle armi sotto l’egida della Nato, con l’esibizione-dimostrazione di questi mezzi proprio nel teatro di guerra più paradisiaco del Mediterraneo, quello della Sardegna. Su questa presunta difesa congiunta, con tanto di sbarco da nord a sud dell’Isola, non esiste una tempistica certa, pare coperta da segreto militare. Si sa soltanto che ieri la Prefettura di Cagliari ha diramato un comunicato stile “proclama di Stato” con il quale si annuncia un dispiegamento bellico imponente in tutta l’Isola. «Dal 27 aprile al 14 maggio – scrive la Prefettura – è previsto lo schieramento sul terreno di forze alleate provenienti da diversi Paesi. Sono attesi circa 3 mila uomini e 700 mezzi e vi partecipano Germania, Olanda, Lettonia, Grecia, Repubblica Ceca, Norvegia e Lussemburgo in afflusso dagli aeroporti e porti della regione, prioritariamente da quelli di Elmas, Decimomannu e Cagliari. Le aree interessate dall'esercitazione saranno i poligoni di Quirra e di Capo Teulada, la base aerea di Decimomannu e il sito di Alghero». Nella comunicazione di Stato non poteva mancare la “celebrazione” della bontà di queste esercitazioni che – scrive la rappresentanza statale – «saranno condotte nel pieno rispetto delle norme di protezione previste per la popolazione e l'ambiente e verranno adottate tutte le misure necessarie per la salvaguardia e la tutela ambientale delle aree in cui le attività si concentrano». Insomma, per la Prefettura valgono le parole dei Generali e non quelle della Procura di Cagliari che ha accertato, senza mezzi termini, il disastro ambientale sull’intero poligono di Teulada. Ipotizzare che queste esercitazioni “a fuoco”, con bombe, missili e armi di ogni genere producano “salvaguardia ambientale” è come affermare che la guerra sia una copiosa semina di rose e fiori. Non poteva mancare nel comunicato della Prefettura, con il quale si preannunciano disagi su tutte le arterie dell’Isola, l’inno al “benessere militare”: «Per quanto riguarda i comuni interessati, si rimarca la positiva ricaduta economica sul tessuto sociale sardo, derivante dai servizi logistici che saranno erogati in favore delle truppe».

Venti giorni di guerra & «benessere»

Bisognerebbe capire a cosa si riferiscono questi decantati benefici per 20 giorni di guerra simulata in terra sarda, con un territorio legato ad un’economia «usa e getta» che ha prodotto solo migliaia di disoccupati e redditi tra i più bassi dell’Isola. A tradurre il “caos militare” di questi giorni festivi nell’Isola ci hanno pensato i Comuni, in particolar modo quelli da Cagliari a Teulada, sulle più svariate diramazioni. Con propri comunicati hanno preannunciato ai propri cittadini i disagi sulla percorribilità delle strade. Il comune di Carbonia ha, per esempio, messo nero su bianco tutti i disagi che si verificheranno nei prossimi giorni: «Le operazioni logistiche di transito dei mezzi militari comporteranno inevitabili rallentamenti della velocità in entrambi i sensi di marcia per i conducenti di veicoli che da Carbonia si spostano in direzione Cagliari o verso le località del basso Sulcis. Le arterie stradali che saranno interessate dal passaggio delle colonne militari nelle zone che da Elmas e Decimomannu conducono a Teulada, sono in particolar modo la Strada Statale 130, la Strada Provinciale 86, la Strada Provinciale 2, la Strada Statale 126, la Strada Provinciale 74 e la Strada Statale 195».

In fila dietro i carri armati

Insomma, non c’è strada che non sarà bloccata dal passaggio di carri armati e mezzi militari. Ancora più esplicito il comune di Villamassargia: «Si ricorda che le colonne militari in marcia non possono essere interrotte ai sensi dell’art.163 del Codice della Strada». Dunque, tutti in fila indiana dietro i carri armati. Ma non è finito. Il porto di Cagliari, quello commerciale davanti a via Roma, che appare bombardata ma per altri motivi, è uno scenario da seconda guerra mondiale, con tutti i fronti occupati da navi da guerra di ogni genere. Infine il Porto Canale di Cagliari trasformato in un presidio bellico senza che sia stato autorizzato dal Comitato misto paritetico e dalla stessa Regione, senza l’adozione del disciplinare d’uso previsto dalla legge sulle servitù militari. Del resto il Ministero della Difesa e la stessa Nato, si sa, considerano la Sardegna alla stregua di una “colonia di Stato”, dove non è necessario nemmeno chiedere il permesso per trasformare un porto a ridosso della capitale dell’Isola in una nuova base militare. Da domani inizia lo sbarco.

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