Passo in avanti nella vertenza Cim, la protesta davanti ai cancelli dell’ex petrolchimico di Porto Torres che ha coinvolto 27 operai dell’azienda di montaggi industriali senza stipendio da tre mesi. Dopo lunghe trattative da parte dei sindacati e una mobilitazione che aveva visto la solidarietà anche degli operai di alcune società Eni e delle ditte esterne, si è raggiunto un primo risultato positivo.

La fumata bianca a seguito dell’incontro tra i sindacati della Fiom-Cgil e i legali del Consorzio Cmci che hanno attivato le procedure di conciliazione per garantire a 20 lavoratori le mensilità di maggio, mentre ulteriori 7 retribuzioni erano state assicurate a seguito dell'accordo raggiunto con la Fsm-Cisl. Una trattativa favorita dall’intercessione della prefetta Grazia La Fauci, intervenuta su richiesta del sindaco Massimo Mulas, una sinergia tra attori diversi che hanno unito le forze per trovare una soluzione alla vertenza che ha gettato nella disperazione lavoratori, uomini, padri di famiglia alle prese con un sistema degli appalti che funziona al massimo ribasso. La controversia coinvolge la committente Eni, che ha aggiudicato l’appalto al Consorzio Cmci di cui fa parte Cim srl, la società a cui è stato rescisso il contratto a causa del mancato pagamento delle retribuzioni dovute agli operai.

«Ora si sta attuando il passaggio delle attività lavorative ad un’altra società che subentrerà alla Cim – spiega Gianni Crobeddu, delegato Fiom- Cgil – così da poter assorbire anche i 27 lavoratori, a cui sono dovute anche le mensilità di giugno e luglio, passaggi che speriamo possano concretizzarsi». La corresponsione della busta paga di maggio rappresenta per gli operai una boccata d’ossigeno, un sospiro di sollievo per allentare la tensione su problematiche che si trascinano da troppi anni, in un sito industriale che sembra ormai offrire poche prospettive. 

© Riproduzione riservata