Il brillante attore Diego Abatantuono in recenti dichiarazioni ricorda i denti cariati dei tifosi del Cagliari a San Siro, ai tempi di Gigi Riva. Ma forse altri ricordi sardi di Diego non sono tutti buoni.

In quel periodo, inizio anni ‘80, la sua carriera era cominciata ed era comunque già famoso, soprattutto per "Ecceziunale veramente". Abatantuono veniva a trascorrere le vacanze estive in Sardegna, a Stintino.

Le "notti bollenti” si svolgevano nella discoteca di Capo Falcone, frequentata dal jet set di allora. Anni prima, vicino alla spiaggia di Roccaruja, Angelo Moratti, indimenticabile presidente dell'Inter, aveva costruito un grande albergo, frequentato negli ozi estivi ovviamente dai neroazzurri, del calibro di Mariolino Corso, Tarcisio Burgnich, Luisito Suarez e Mauro Bellugi. La sera tardi tutti a Capo Falcone, appunto. Anche in compagnia di Adriano De Zan, il celebre commentatore ciclistico, in Sardegna tra un Giro e un Tour.

L'ambiente era a dir poco particolare e gli interisti a dir la verità se ne stavano sempre molto tranquilli. La discoteca era gestita da Gianni Pappani, un continentale. Tra i buttafuori Mario Altana, ex mediomassimo portotorrese, nel suo peso probabilmente tra i migliori sardi di tutti i tempi. Carattere gioviale e allegro, già da qualche sera prima si era imbattuto in un componente della compagnia di Diego Abatantuono, un po' alticcio e stravagante.

Il dialogo tra Mario e l'avventore è storia del nord Sardegna. Al fare strafottente dell'avventore l'ex pugile domandò al tipo: «La patente di pilota all'hai?». «No, perché?». «Acchi aba t'ischudu un ciaffu e ti fozzu vulà». Traduzione: «Hai la patente di pilota?». «No, perché?».«Perché adesso ti do uno schiaffo e ti faccio volare». Premesse non certo da orsoline.

Mario tra il serio e faceto l'indomani divulgò la notizia, nella vicina e natia Porto Torres, di questa combriccola continentale, un po' sopra le righe, che frequentava Capo Falcone. Musica dolce per i pugili ed ex pugili turritani, già allievi del grande Baciccia Martellini, fondatore di una delle più importanti palestre di boxe d'Italia.

Nella serata da Porto Torres spedizione verso Capo Falcone: 34 chilometri. A guidare l'allegra brigata Tore R., ora 80 anni e gestore a Porto Torres con la famiglia di un noto ristorante di pesce. All'entrata della discoteca, con Mario compiacente, il pagamento del biglietto. Platonico. In realtà dei portotorresi non pagò nessuno.

«Siamo millenni che paghiamo», la loro risposta in coro al gestore. Prologo preoccupante. In un ambiente elettrico, anche nella pista di ballo, ecco l'incedere di Diego Abatantuono, fisico imponente. Accento milanese: «Che succede qua, cos'è questo bordello?». Immediata la risposta di Tore: le mani sulle orecchie di Diego, in una tirata memorabile. «Aiaaaa!», l'unica risposta dell'attore, poi uno schiaffetto di avvertimento sulle sue guance. Non era proprio aria.

Ma Diego rilanciò: «Se non fosse per Pappani ti darei un bel ceffone!». E Tore tranquillo: «Per dare uno schiaffo a me devi avere le p. più grandi della tua testa». Diego e i suoi amici rimasero impietriti. Dietro Tore inoltre una schiera di welter e pesi leggeri niente male. Nessuno della compagnia di Abatantuono osò muovere un dito (neppure lui naturalmente). Sarebbero stati davvero altri dolori. E soprattutto senza denti cariati.

Abatantuono lasciò dopo qualche giorno Stintino. Di lui e della sua combriccola nella nota località turistica sarda si persero le tracce.

A Stintino il Far West non era finito. Un altro gruppo di giovani turisti una notte di quell'estate prese d'assalto in discoteca Mario Altana e il suo amico buttafuori Cesare Hervatin, turritano pure lui, buon passato di welter. Ignari dei loro trascorsi in 12 degli aggressori finirono al pronto soccorso. Tutto certificato.

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