Minacce ed esercizio arbitrario delle ragioni. Queste le due imputazioni a carico di 5 sassaresi discusse ieri in tribunale davanti alla giudice Silvia Masala, e relative a una vicenda risalente al 2015-2016 con gli accusati che avrebbero riempito di insulti e minacce i proprietari della casa dove vivevano costringendoli, di fatto, a barricarsi dentro.

Da «ti spacco tutte le ossa» a «ti taglio il collo con una sega» a «se ti trovo fuori, ti ammazzo, ti rovino»: è esteso il campionario delle presunte intimidazioni proferite contro una coppia di 67 e 65 anni e della figlia dei due, costretta per questo a lasciare l’abitazione. Giovane che sarebbe stata pure ingiuriata a più riprese a causa di un presunto tradimento di quest’ultima ai danni di uno degli imputati.

L’assalto verbale sarebbe stato causato, ricorda l’imputazione, «da un preteso diritto alla restituzione della somma di 20mila euro, oggetto di un prestito concesso alla parte offesa». Una cifra di cui gli accusati pretendevano la restituzione dal padre della ragazza e senza cui non avrebbero lasciato l’immobile. Un clima di terrore per le persone offese e anche per la madre della proprietaria, secondo le accuse, ricordato in discussione, con la pm Ilaria Achenza che ha chiesto 8 mesi di reclusione per un 42enne, e 6 mesi per tutti gli altri, un 69enne, una 61enne, un 42enne e un 36enne. La parte civile, rappresentata dagli avvocati Salvatore Dettori e Antonella Spanu, si è associata alla condanna chiedendo in più 20mila euro di danni.

Per i difensori Tania Decortes e Bastianino Ventura non sussisterebbero invece le prove delle minacce e mancherebbe quindi l’ipotesi di continuazione delle stesse. Repliche e sentenza sono attese a metà settembre.   

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