A Predda Niedda, zona industriale alla periferia di Sassari, cresce la spazzatura “irregolare”. I lasciti di chi, in città e oltre, non conferisce negli ecocentri dedicati e scarica lungo le strade dell’area. La montagna di spazzatura aumenta composta da sedie, poltrone, passeggini, elettrodomestici, medicine, distese di bottiglie o da scooter spolpati fino all’intelaiatura e abbandonati in mezzo all’erba.

Buste di immondezza vengono depositate in ogni dove insieme a lavatrici, latte e ruote, andando a costituire un autentico cimitero di rifiuti che si dispiega per centinaia di metri. Si può trovare perfino del cartone catramato, che dovrebbe essere smaltito da aziende che si occupano di rifiuti pericolosi. Ci sono poi anche gli ignoti che rubano da pozzetti e tombini i coperchi e le grate creando un pericolo per chi ci dovesse finire dentro, costringendo gli operatori a riempire i buchi con ruote e bidoni. E non mancano gli spazi dove spazzatura e verde vanno in rigoglio insieme, creando un ibrido che sa tanto di favela.

«Non tocca a noi ripulire», commenta l’assessore all’Ambiente e vicesindaco Tore Dau. «Noi ci occupiamo della gestione del verde e della raccolta dei rifiuti provenienti dalle attività del luogo». Sono presenti però anche i rifiuti “bollinati” dal Comune perché non conformi al regolamento per il ritiro, che restano lì dimenticati come il resto di Predda Niedda.

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