Anche Sassari, una delle tante città che sostengono la pace, è scesa in piazza per manifestare la propria solidarietà al popolo ucraino assediato dall’esercito russo, e a tutti quelli che rischiano nel chiedere la fine delle ostilità. In centinaia hanno sventolato in piazza d’Italia bandiere e slogan “No alla guerra in Ucraina, l’umanità al potere”. Protagonisti i giovani, i collettivi e i circoli Acli, Arci e Udu, associazioni culturali e pacifiste, il Movimento omosessuale sardo ed Emergency, il fronte della gioventù comunista, Caminera Noa e altri movimenti appoggiati dal sindacato Cgil e dai partiti politici di sinistra.

Una piazza contraddittoria che si è distinta per i pro e contro la Nato, seppure unita nella ferma condanna alla guerra. Alcune posizioni a favore della Nato si sono contrapposte ad altre contrarie. “Il nostro striscione evidenzia la nostra contrarietà perché la Nato si sta spostando verso i paesi dell’Est in maniera irrazionale – dichiara Cristiano Sabino, insegnante e componente dell’associazione Sa Domus De Totus – e non si può pretendere di fare la pace armando Stati e Paesi, inserendo nella costituzione ucraina l’adesione alla Nato. Una cosa antidemocratica con l’Onu e la diplomazia entrambe sparite dall’agenda politica”. Chiedono il cessate fuoco “ma non si può chiedere la pace – aggiunge Sabino - e portare i missili balistici a 200 chilometri da Mosca col rischio di provocare la terza guerra mondiale”.

Nel pomeriggio nella chiesa Santa Caterina si svolgerà una celebrazione presieduta da Yaroslav Morykoy, presbitero della chiesa greco-cattolica, a cui parteciperanno i fedeli di provenienza ucraina che vivono e lavorano a Sassari. Il 2 marzo, alle 19 nella cattedrale di san Nicola l'arcivescovo Gian Franco Saba presiederà il solenne Pontificale e pregherà per la pace in Ucraina. 

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