Una tecnica sviluppata come alternativa non chirurgica e meno invasiva per curare i problemi cardiaci. Si tratta di due impianti percutanei di valvole polmonari che hanno permesso a due giovani pazienti di riacquistare il corretto funzionamento del cuore.

Gli interventi sono stati realizzati il 5 aprile per la prima volta a Sassari – e nell’isola – grazie alla stretta sinergia tra le strutture dell’Aou di Sassari, Cardiologia pediatrica e delle cardiopatie congenite, diretta dalla dottoressa Maria Chiara Culeddu, quindi Cardiologia clinica e interventistica ed Emodinamica, diretta dal professor Gavino Casu, e alla collaborazione con la Cardiologia dei congeniti adulti dell’Irccs Policlinico San Donato di Milano, diretta dal professor Massimo Chessa.

Ne viene data notizia solo adesso, a seguito del monitoraggio del decorso  post operatorio, che finora è stato positivo. 

Preziosa è stata anche la professionalità offerta dalla Cardioanestesia diretta dal dottor Andrea Balata e allo standby chirurgico della Cardiochirurgia dirett dal dottor Michele Portoghese.

Le due giovani pazienti, di circa vent’anni, fin dalla nascita sono sempre state seguite dalla struttura di Cardiologia pediatrica e delle cardiopatie congenite. 

Nel primo anno di vita erano state già sottoposte a intervento chirurgico in una struttura fuori dall’isola. «La cardiopatia congenita, nelle forme della stenosi polmonare o della Tetralogia di Fallot», spiega Maria Chiara Culeddu, «può portare alla necessità di un intervento chirurgico nel primo anno di vita. Possono svilupparsi, tuttavia, dei deterioramenti delle funzioni della valvola polmonare che, a distanza di anni, richiedono un intervento per il malfunzionamento del ventricolo destro».

E questo è il caso delle due pazienti, per le quali si è reso necessario impiantare una protesi valvolare polmonare per sostituire quella danneggiata. Gli interventi hanno avuto successo e le pazienti stanno bene.

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