«Il bilancio è ottimo ma c'è stato qualche serio problema nella regolarità dello svolgimento della Faradda». Il sindaco di Sassari, Gian Vittorio Campus, riflette a distanza di due giorni dalla fine della Discesa dei Candelieri. «Abbiamo finito alle 4 del mattino: il fatto che si vada a sciogliere il voto in quasi clandestinità dopo le due penalizza moltissimo. Le famiglie non possono seguirci fino a quell'ora».

Molti i fischi all'uscita da Palazzo di Città. «Vorrei davvero capire qual è il senso di insultare il sindaco dandogli del buffone e ricoprendolo di fischi e parolacce, nel giorno in cui si va a sciogliere il Voto all'Assunta». Un ragazzo le ha detto che lei è un fascista. «Ho provato commiserazione per lui. Probabilmente non sa nemmeno che vuol dire».

Il rammarico però è tanto: «Mi lasciano indifferente i fischi ma mi dispiace per la città, per la processione, per la festa, per il senso di non rispetto della storia di secoli». Ha colpito in molti lo schieramento di polizia intorno alla sua persona. «Ho letto favole sui social, di poliziotti in assetto antisommossa... I vigili avevano il compito di tenere largo il varco e lo ha stabilito un comitato di sicurezza non io. Non ho paura di girare per la città».

È durato oltre sei ore il percorso per arrivare a Santa Maria: «Ho visto famiglie doversi allontanare perché chi mi insultava si nascondeva dietro di loro. Quando stavamo fermi erano tutti zitti, appena ripartivamo cominciavano a urlare. Un modo di fare, consentitemi, miserabile». C'è chi la taccia di estrema arroganza. «Io non mi sento superiore a nessuno. Se qualcuno mi vede così è magari perché si sente inferiore. Io ho amicizie in tutti i quartieri della città e con tutti gli strati sociali. Altrimenti non avrei vinto ogni elezione a cui ho partecipato». Chi verrà dopo di lei? «Qualcuno scelto da noi, perché abbiamo governato bene».

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