«Quella mano da lassù durante la Faradda». È l’aiuto della Vergine Assunta che, secondo il Gremio dei Falegnami, ha evitato che, mercoledì scorso, ci fossero conseguenze peggiori quando il candeliere si è spezzato alla base vicino alla chiesa di Santa Maria poco dopo essere passato sotto i fili della corrente elettrica.

«Per fortuna - racconta Francesco Carta, segretario della corporazione - il cero era quasi in orizzontale, con la folla lontana, e nessuno si è fatto un graffio. Così abbiamo potuto sciogliere il Voto». Rimane, con il senno di poi, la paura per l’esito infausto scampato e il dolore per un episodio che non ha esempi simili nelle cronache degli ultimi decenni.

«L’unica spiegazione è che tutte le cose prima o poi si rompono e questo candeliere aveva 103 anni». Grande e immediata la solidarietà dei presenti per i gremianti. «Ci hanno sostenuto tutti - ricorda Antonello Poddighe, capo candeliere - dai colleghi al padre guardiano Salvatore Sanna al sindaco Giuseppe Mascia e all’arcivescovo Gian Franco Saba».

Anche la folla ha accompagnato con gli applausi il passaggio del cero trasportato in orizzontale. «Se c’era bisogno di dare un segnale alla città - continua Poddighe - affinché stia unita, è stato dato nel momento più opportuno». Da settembre il Gremio penserà a come intervenire per il danno subito dal candeliere. Le scelte a disposizione sono la riparazione o costruirne uno ex novo. Entrambe le opzioni, in particolare la seconda, sono molto onerose.

© Riproduzione riservata