Sassari, Casa della Divina Provvidenza a un bivio: revocate le misure protettive
La decisione potrebbe rappresentare un passaggio decisivo per il futuro dell'ospizio di via Sant'AnnaLa giudice del tribunale ordinario di Sassari Giovanna Maria Mossa revoca le misure protettive per la Casa della Divina Provvidenza. Ieri la decisione che potrebbe segnare un passaggio decisivo per il futuro dell'ospizio di via Sant'Anna, che lotta da tempo tra richieste di fallimento, decreti ingiuntivi, piani di risanamento.
Una possibilità di salvataggio era offerta dalla composizione negoziata della crisi proposta dall'Ente, a fine dello scorso anno, con la nomina di un esperto, Giovanni Pinna Parpaglia, e l'applicazione appunto delle misure protettive, che impediscono ai creditori, dice la legge, di “iniziare o proseguire azioni esecutive e cautelari sul suo patrimonio o sui beni e sui diritti con i quali viene esercitata l’attività d’impresa”. Ma la giudice respinge l'istanza: intanto perché è andata ben oltre il termine delle misure, previsto in 140 giorni a cui è stata aggiunta anche una proroga di ulteriori 100. A non convincere la giudice è poi il piano industriale presentato dai legali della Casa in cui, scrive, “emerge la genericità della proposta”, “priva degli elementi” che attestino “la possibilità di dismissione del patrimonio” o, ad esempio, quella “di acquisire i contributi già stanziati”. Quanto alle trattative coi creditori, si annota “che non vi è alcuna indicazione”.
La giudice, anche con il supporto dell'ausiliario, Alberto Ceresa, analizza la situazione debitoria della Casa e afferma che "il risanamento richiede una discontinuità che non pare percorribile in base al piano proposto che si limita a prevedere la cessione dell'intera azienda a terzi”. E sulla proposta da parte dell'Asl di Sassari, e del suo direttore generale Flavio Sensi, di acquisire la struttura la dottoressa Mossa sottolinea che “non esiste alcuna delibera dell'Asl in tal senso”.
In conclusione, oltre alla revoca delle misure, condanna la ricorrente alle spese di giudizio per i creditori e al pagamento dell'ausiliario. Intanto si dichiara soddisfatto il sindacato Csa per la sentenza: «Confido che la vicenda se pur con degli aspetti negativa sul punto di vista giudiziale - dichiara il suo segretario Giovanni Piras - diventi comunque positiva confrontandoci con il curatore fallimentare e ponendo con lui le basi per un rilancio reale e concreto della Casa Divina Provvidenza».