L’indagine condotta dai carabinieri della Compagnia di Bonorva e di altre stazioni dell’hinterland diretta a contrastare l’indebita percezione del reddito di cittadinanza ha portato alla denuncia, negli ultimi mesi, di 30 persone. 70 in poco più di un anno.

Gli accertamenti sono stati avviati a partire dal marzo 2021 e i controlli sono stati svolti dai militari in collaborazione con il Nucleo Ispettorato del Lavoro di Sassari attraverso l’analisi delle comunicazioni presentate all’Inps per ottenere i previsti assegni mensili. Sono state contestate false dichiarazioni da parte degli interessati per aggirare i requisiti sanciti dalla norma.

 Nello specifico, in relazione a residenze fittizie su case in stato di abbandono, false consistenze patrimoniali, mancate comunicazioni di attività lavorative saltuarie e di natura permanente, falsi trasferimenti della titolarità di imprese a parenti, disgregazioni fittizie dei nuclei familiari per diminuire le soglie reddituali, contratti di affitto temporanei. Come constatato dagli inquirenti, in alcuni casi gli indagati spendevano il reddito percepito anche in altre città della Penisola dove effettivamente erano residenti ormai da anni, facendo risultare residenze sul territorio della Provincia di Sassari in abitazioni non fornite nemmeno di acqua e luce.

L’importo mensile che ricevevano andava da un minimo di 500 euro a un massimo di 1.300.

Il danno erariale complessivo ammonta a 745mila euro circa.

A tutti gli indagati verrà sospeso il reddito di cittadinanza e verrà loro ritirata la carta di pagamento.

(Unioneonline/s.s.)

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