Porto Torres si risveglia con il cuore a pezzi e piange la morte improvvisa, a soli 32 anni, di uno dei suoi figli più benvoluti: Marco Satta Giannichedda. Ma piange anche il dolore di Maria Assunta, una ex manager che rimasta vedova da poco viveva solo per quell'unico figlio. Che era un campione di boxe e gestiva uno dei locali più frequentati di Porto Torres: La locomotiva di Tyson. Un ritrovo di centinaia di giovani.

La morte improvvisa nel tardo pomeriggio di ieri, molto probabilmente dovuta a un malore, presumibilmente un infarto, ha gettato nello sconforto una comunità. Negli ultimi anni colpita da gravi lutti, come quello della vicenda della famiglia Saladdino o della morte del povero Mario Sedda. Solo per citare alcuni esempi.

Marco era ben voluto da tutti. Un ragazzo forte, spontaneo e generoso. Un trascinatore. Con una voglia di vivere incredibile. L'ultima notte l'ha trascorsa nel suo locale con alcuni dei suoi più affezionati clienti, come Aurelio e Gavino, coi quali si è intrattenuto alle solite sfide al pugnometro, per le quali La locomotiva di Tyson era nota. Poi Marco ha detto agli amici «a settembre torno ad allenarmi, voglio fare almeno un incontro da professionista. Questa soddisfazione me la voglio togliere». È andata purtroppo diversamente. Il destino non gliel'ha permesso.

Un amico deposita dei fiori all'entrata della Locomotiva di Tyson (foto Tellini)
Un amico deposita dei fiori all'entrata della Locomotiva di Tyson (foto Tellini)
Un amico deposita dei fiori all'entrata della Locomotiva di Tyson (foto Tellini)

Andato a dormire tardi, nella casa della nonna di via Rinascita, Marco Satta Giannichedda non si è più svegliato. Il magistrato ha disposto l'autopsia sul corpo, che si trova all'istituto di Medicina Legale di Sassari. Solo dopo l'esame si sapranno con certezza le cause della sua morte. Nel frattempo arrivano messaggi da tutta Italia. La Federazione di Pugilato ha emanato un comunicato di grande cordoglio. Il pugile ed ex campione italiano Tore Erittu, da Sassari, ha scritto "Vola in alto nei cieli Marco". «Un dolore enorme», ha esclamato l'altro grande ex boxeur portotorrese Domenico Mura. «Ancora non ci credo», la frase del pugile della nazionale Federico Serra. Ma sono migliaia i messaggi per Marco. Dei tanti amici e amiche che lo apprezzavano. Qualcuno deposita anche dei fiori in suo onore nel bar chiuso a lutto. Quel giovane, nella sua breve vita, è davvero riuscito a farsi volere bene da tutti. E a tutti mancherà tantissimo. 
 

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