Via alla seconda fase delle indagini archeologiche nell’area del Ponte Romano, il monumento  che sorge a pochi passi dal cuore della città turritana. Un saggio di scavo preventivo finalizzato alla realizzazione del Pit Fluviale, il progetto sulle “Opere di difesa idraulica dalle inondazioni del fiume Mannu a Porto Torres”, per il quale erano stati stanziati dalla Regione fondi pari a circa 6,4 milioni. Si scava nella zona dove contestualmente si riaprono i cantieri per il restauro della struttura a sette arcate ad opera del Segretariato regionale del Ministero della cultura per la Sardegna che su input dell’attuale Soprintendenza interviene sull’imponente monumento lungo 135 metri e largo otto, oggetto di intervento di recupero grazie ad un finanziamento ministeriale di 4.050.000 euro per il consolidamento e il restauro che si concluderanno nel 2026.

L’infrastruttura oggi manca di due filari,  quindi in origine doveva essere più alta di circa 60 metri. Nel caso in cui la piena fosse ancora maggiore, la parte bassa del ponte fungeva da canale, con una risalita. Il ponte nella configurazione ottocentesca ha fatto da diga e dunque portava l’acqua verso la città. «Il progetto del Pit fluviale non fa altro che ripristinare il piano di età romana, - aveva detto l’archelogo Luca Sanna - leggermente più alto per proteggere il tratto di viabilità, ma niente di più che la riscoperta del Pit di quasi duemila anni fa».

La struttura rinvenuta, quindi, avrebbe avuto una funzione ben precisa: quella di incanalare l’acqua sotto le arcate del Ponte Romano e, nel caso ci fosse una piena maggiore, permettere il superamento di queste costruzioni per utilizzare la parte bassa del ponte come canale di supporto al mantenimento della piena lontano dalla città, una struttura che appare impermeabilizzata per la presenza di uno strato di malta. «Per capire meglio verrà indagata una zona triangolare, - aggiunge - per valutare a valle il deposito stratigrafico e a monte le eventuali cronologie  che speriamo possano dare qualche risposta in più». 

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