Due anni e il caso dell’omicidio Sedda resta ancora aperto.

Il primo aprile del 2021 il ritrovamento del cadavere a Porto Torres, all’ingresso della città. Mario Sedda, 39 anni era stato ucciso, qualche giorno prima, con una coltellata al cranio e abbandonato dietro ai cespugli in un prato verde di via Sassari, in prossimità del semaforo.

Dai primi rilievi sembrava una morte causata da un malore, ma nelle ore successive si è scoperto che il giovane era stato ammazzato.

Ad un anno dalla sua morte le indagini sembravano ad una svolta. Invece, ora che ne sono passati due, ancora un colpevole non c’è. L’assassino circola libero in città, mentre la famiglia di Sedda chiede giustizia.

Sua sorella Eleonora ha promosso iniziative per risvegliare le coscienze, una marcia per le vie della città per chiedere di porre fine ad atteggiamenti omertosi, una lettera accorata affinché i cittadini possano in qualche modo contribuire alla ricerca della verità sulla morte del fratello. «Oggi vorremmo tornare al 31 marzo di due anni fa e trascinarti via da quella situazione dove ti trovavi», queste le parole nell’ultimo messaggio scritto nella sua pagina.

«Essere la tua ancora di salvataggio come lo siamo stati reciprocamente in passato, ma non si può tornare indietro! Ad oggi ancora non si sa chi ti abbia ucciso! A Porto Torres girano ancora tranquilli i tuoi assassini, ma noi non dimentichiamo! Ciao Mario».

Al momento sono due le persone iscritte nel registro degli indagati, entrambi di Porto Torres. I Ris di Cagliari hanno eseguito gli accertamenti sugli abiti sequestrati ad uno degli indagati, per valutare la compatibilità tra le tracce rilevate e il Dna della vittima.

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