Malati di gioco, senza il potere di fermarsi, una vita impossibile che compromette la propria esistenza e quella della propria famiglia.

Nella città di Porto Torres sul gioco d’azzardo patologico (Gap) si sono raggiunti numeri allarmanti e negli ultimi mesi la situazione sembra essere peggiorata. La voce più consistente è rappresentata dalle slot machine, le famigerate “macchinette mangiasoldi” presenti in sale gioco, bar e tabaccherie.

Nel 2019, prima della pandemia, sono stati spesi quasi 22 milioni di euro in slot machines e nelle varie forme di gioco d’azzardo: in media poco più di mille euro per residente (dati Ats Sardegna). E la tendenza nel periodo post pandemico sembra essere tutt’altro che in calo. Pertanto si rileva la necessità di agire con azioni concrete per contrastare la diffusione del gioco d’azzardo patologico, anche con l’istituzione di una consulta permanente contro i giochi in denaro, promuovendo un'intera giornata all'anno dedicata alla lotta alla ludopatìa, per rendere più incisiva l’azione dell’amministrazione comunale di Porto Torres nella lotta al disturbo della dipendenza da gioco.

Il problema è stato sollevato dal gruppo consiliare del Psd’Az che interpella il sindaco Massimo Mulas e l’assessora ai Servizi sociali, Simona Fois, “per sapere se per gli anni 2020-2021 è stato avviato uno studio al fine di avere una fotografia sul problema del gioco d’azzardo patologico in città”, sottolineano i consiglieri Bastianino Spanu e Alessandro Pantaleo.

Gli esponenti sardisti intendono "conoscere quante persone e famiglie turritane vivono questa drammatica situazione e quali modalità educative rispetto al problema sono state messe in atto al fine di affiancare chi chiede aiuto”.

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