«La chiesa non è una torre chiusa ma è casa perché ha le porte aperte. In questa città di Porto Torres, potremmo dire che la chiesa è porto perché accoglie, promuove, genera sviluppo, perché non tiene imbalsamata, ingessata o ingolfata, una risorsa sociale che potrebbe portare tanto benessere a chi sta male in questo territorio, a chi vive la povertà, a chi deve fare i conti per arrivare a fine mese, per poter far quadrare il bilancio di famiglia. Questa non è azione politica, ma una constatazione dei valori che abbiamo, dei beni che abbiamo e che devono essere messi al servizio di tutti».

Sono le parole dell’arcivescovo, Gian Franco Saba, pronunciate nel suo lungo discorso, durante il solenne Pontificale, che ha presieduto nella basilica di San Gavino in occasione della Festha Manna. Millesettecento anni di storia, di fede, di tradizione, in cui si rafforza il senso di comunità nel nome dei tre santi Martiri Turritani: il soldato Gavino, il diacono Gianuario e il presbitero Proto.  

Una cerimonia concelebrata dal Capitolo turritano alla presenza dei sindaci di Porto Torres e Sassari, Massimo Mulas e Nanni Campus, delle autorità civili, accademiche e militari. L’arcivescovo ha ricordato la visita pastorale compiuta a Porto Torres due anni fa, il significato dell’amore e della fede che conduce l’uomo a liberarsi dalle cattiverie umane.

«Vi è un aspetto, quello della calunnia, che i martiri sperimentarono quando la fede cristiana aveva le sue difficoltà nell’essere compresa nella sua espressione», ha aggiunto l’arcivescovo «ma la tentazione della calunnia è sempre viva nell’uomo, come la bugia, la maldicenza e il chiacchiericcio. Rovinano le famiglie, le amministrazioni pubbliche, la chiesa e avvelena il cuore dell’individuo».

A disarmare l’uomo dalle azioni negative sarebbe il vangelo. «San Gavino si è mostrato a noi come soldato disarmato dal vangelo raccontato da Proto e Gianuario, due persone che disarmarono un armato. Il vangelo disarma il cuore, la lingua, le intelligenze, le azioni che non sono evangeliche, per favorire la riconciliazione politica, la pace nelle famiglie e tra le parrocchie».

La cerimonia celebrata insieme ai parroci delle chiese cittadine si è chiusa con il rito dello scambio delle chiavi della chiesa tra il sindaco di Porto Torres Massimo Mulas e il primo cittadino di Sassari Nanni Campus. Infine anche un gesto simbolico di unità tra le quattro parrocchie cittadine e la consegna dei doni ai sacerdoti da parte dei bambini delle diverse associazioni. 

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