A Porto Torres ancora senza vaccino i pazienti allettati, persone con gravissime difficoltà motorie o altre patologie che sarebbero candidate esclusivamente alla vaccinazione domiciliare.

Circa mille utenti attendono di ricevere la prima dose dopo la conclusione della campagna vaccinale presso il centro allestito nella sala Filippo Canu.

“Per queste categorie di persone sarà cura del personale medico e infermieristico dell’Ats programmare gli interventi, – spiega il medico Giovanni Manca – unità sanitarie che provvederanno direttamente all’anamnesi e alle somministrazioni delle dosi presso le loro abitazioni”.

Senza la prima dose  ancora circa 60 persone che restano da vaccinare, soggetti che avevano rinunciato alla inoculazione e che in seguito hanno cambiato idea. Nell’elenco anche alcuni pazienti di cui non si conoscevano i recapiti telefonici ma che verranno contattate dal servizio sanitario. “Credo sia necessario fare una cernita di utenti che realmente non si possono muovere di casa perché hanno problemi di deambulazione – aggiunge il medico – un’operazione possibile tramite gli elenchi predisposti dai medici di famiglia. E il secondo passaggio potrebbe essere quello di consegnare le fiale agli stessi medici di base per proseguire in autonomia con le vaccinazioni ai propri pazienti”. Richieste avanzate più volte dai medici, solleciti di approvvigionamento di dosi per operare a domicilio da soli e in maniera gratuita, ma che non hanno ottenuto risposta. Silenzio anche sulla possibilità di aprire un hub a Porto Torres, dove per un mese la campagna vaccinale partita il 23 marzo ha visto impegnati una task force di volontari che hanno operato a sostegno di medici e personale Ats.

“Una bellissima esperienza, faticosa ma con una grande collaborazione con l’amministrazione comunale e i medici di base che hanno cercato di venirci incontro rispetto alle esigenze del territorio – spiega Adonella Mellino, presidente del Consulta del volontariato – un ottimo rapporto anche con i sanitari Ats. Una macchina organizzativa che ha operato a ritmo serrato e che ha visto impegnati diverse associazioni di volontariato”. 

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