Ozieri, appello degli amministratori: "Piano unitario per rilanciare il territorio"
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"Serve una lotta unitaria per un problema che non riguarda solo Ozieri ma tutta la Sardegna".
Questo è quanto emerso dalla manifestazione "Lasciamo un segno per il Segni" svoltasi sabato mattina nei locali del Centro Culturale San Francesco di fronte a circa un centinaio tra autorità e cittadini presenti.
L'evento, organizzato dal coordinamento cittadino e provinciale di Forza Italia e da Ozieri Domani, ha visto la presenza dei vertici regionali del partito, tra cui il coordinatore regionale Ugo Cappellacci, e di vari rappresentanti delle amministrazioni del territorio, tra cui Ozieri, Pattada, Sorso, Bono, e Alghero, per una battaglia contro una riforma che il Coordinatore Provinciale Nanni Terrosu definisce "zoppa e poco equilibrata, che danneggia non solo Ozieri ma tutta la Sardegna".
Terrosu nell'occasione ha inoltre presentato gli emendamenti che verranno presentati in Consiglio Regionale, tra cui la richiesta per il Segni di un reparto di rianimazione e a classificazione di Primo Livello senza deroghe.
Numerosi gli interventi della mattinata: per il Consigliere Regionale Antonello Peru, il problema è a monte: "Il modello attuale della sanità non è sostenibile, in particolare data la situazione della Sardegna. Prima della rete ospedaliera andava riorganizzato il piano sanitario regionale".
"Il problema è lo scarso impegno della politica di Sassari in difesa del territorio - sostiene il Consigliere Regionale Marco Tedde, aggiungendo che: "serve un atteggiamento forte da parte di tutti".
Sul fronte comune si schierano anche i sindaci di Ozieri e Sorso Leonardo Ladu e Giuseppe Morghen, mentre il consigliere algherese Michele Pais lancia una provocazione sulla qualità dei servizi: "Non si può ricercare l'eccellenza se le strutture già presenti non sono adeguate".
Si toglie infine un sassolino il coordinatore ozierese di Forza Italia Sandro Farina, lasciandosi andare in una frecciata verso il Comitato "Progetto 2.0" in seguito alle polemiche scatenate sui social: "Noi abbiamo sempre lavorato coesi e in silenzio, non di certo attraverso selfie e post senza senso su Facebook".