Minacciata di morte e perseguitata. Per una 48enne di un paese vicino a Sassari gli ultimi tre anni sono stati un incubo che ieri, in tribunale, ha avuto una conclusione giudiziaria, con la condanna a due anni, pronunciata dalla giudice Claudia Sechi, per la sua stalker, una vicina di casa 53enne. Accusata di atti persecutori, calunnia e violazione di domicilio, condotte compiute fin dal 2020, e condite da epiteti ingiuriosi rivolti, con cadenza quotidiana, alla parte offesa. Da «Brutta p... ti ammazzo, ti deve uscire il sangue dagli occhi» a «Non uscire perché ti ammazzo, devi fare una brutta morte», fino a «Ti faccio ballare la lap dance in caserma, bag...», il catalogo degli insulti e delle minacce è lungo. A cui si è aggiunto, in un'occasione, l'ingresso in casa della vittima da parte dell'imputata e il danneggiamento dei suoi vasi di fiori gettati a terra.

Persecutrice che, oltretutto, tentava di ribaltare i ruoli denunciando ai carabinieri la signora per minaccia, atto che le è costato l'imputazione per calunnia. Assolta quindi dalla minaccia la 48enne, difesa dall'avvocata Anastasia Fara, perché il fatto non sussiste, alla 53enne, assistita dal legale Agostinangelo Marras, condannata anche alle spese di parte civile, è stata applicata una misura di sicurezza, riconosciuto il vizio parziale di mente, mentre è andato prescritto il reato di atti persecutori.

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