L’inchiesta della Procura di Sassari sulla morte di Davide Da Costa, l’operaio sassarese di soli 22 anni deceduto presso l’ospedale civile di Sassari, servirà a chiarire le cause dell’ennesimo infortunio mortale sul luogo di lavoro.

Il giovane rimasto schiacciato tra il rimorchio che stava movimentando e un camion in manovra, presso l’azienda Romeg di rottamazione veicoli, ieri mattina era stato ricoverato in gravi condizioni al Santissima Annunziata. La situazione clinica è precipitata nel pomeriggio fino al decesso, constatato prima delle 17.

Le indagini sulle eventuali responsabilità sono affidate alla squadra mobile della Questura insieme agli esperti dello Spresal e al  servizio Asl a cui è demandato il compito di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori nel luogo di lavoro.

«Una tragedia inaccettabile» per i segretari generali, Cgil, Cisl e Uil di Sassari, Francesca Nurra, Pier Luigi Ledda e Marco Foddai, «un fenomeno in crescita che conferma come sia assolutamente urgente e necessario intervenire per invertire e migliorare una situazione che si sta facendo sempre più  grave e insostenibile». I sindacati lanciano l’allarme e propongono l’unica strada da perseguire. «La soluzione – sostengono - risiede nella sicurezza, intesa come priorità, nella prevenzione e formazione, nella comune attenzione e nella vigilanza».

Nel 2022, nella sola Sardegna si sono registrate ben 16 vittime sul lavoro rispetto alle 670 a livello nazionale. «Occorre che le imprese di ogni settore seguano criteri di qualificazione», propongono Nurra, Ledda e Foddai «e che sia vincolante applicare anche negli appalti privati, così come è stato riconfermato per gli appalti pubblici, solo i contratti collettivi di lavoro stipulati da Associazioni Sindacali comparativamente più rappresentative». 

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