L’emergenza al carcere di Bancali: duro attacco dei sindacati contro il provveditore regionale
«È riuscito a distruggere quello che a fatica avevamo costruito negli anni», accusano Sappe, Uil Pa e UsppPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Duro attacco delle segreterie regionali di polizia penitenziaria contro il provveditore regionale Antonio Galati e i vertici di Bancali. Sappe, Uil Pa e Uspp ripercorrono le emergenze dell’istituto sassarese aggravatesi negli ultimi tempi. Tra queste si ricorda l’episodio del detenuto che si è dato fuoco ustionando anche gli agenti. «Era scontato ipotizzare - accusano le organizzazioni sindacali nel comunicato congiunto - che i vertici dell’Istituto si sarebbero precipitati in carcere o in ospedale (magari avrebbero scongiurato perlomeno il ricovero del poliziotto nella stessa camera del detenuto) ma come ormai i vertici di Sassari ci hanno abituato, hanno latitato anche in questa occasione». Tanto che per far curare il poliziotto in un’altra stanza, riferiscono le tre sigle, ci è voluto l’intervento del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro.
Ma sono tante le aggressioni subite solo quest’anno dal personale che hanno causato fratture e infarti. L’ultima criticità in ordine di tempo è quella del focolaio da tbc: «Ci saremmo aspettati maggiore comunicazione rispetto al tema che sarebbe servito sicuramente a tranquillizzare tutto il personale e ci saremmo aspettati la sanificazione dei mezzi da ditte specializzate e non con il “fai da te”, con l’obbligo di indossare le mascherine per il personale che stava a contatto con i pazienti sospetti».
I tre segretari regionali, Luca Fais per il Sappe, Michele Cireddu per Uil Pa e Alessandro Cara per Uspp, rimarcano che «non è difficile ipotizzare che a causa del mancato obbligo delle visite a tutto il personale vi siano casi non ancora diagnosticati che potrebbero far estendere il problema anche all’esterno dell’Istituto». Poi l’attacco al provveditore regionale che avrebbe fallito nei suoi progetti organizzativi che, per le parti sociali, rappresenterebbero «un clamoroso ritorno al passato». «Analizzando i dati in nostro possesso - denunciano - dobbiamo constatare che il nuovo provveditore è riuscito a distruggere quello che a fatica eravamo riusciti a costruire negli anni». «Al sottosegretario ed ai vertici del DAP chiediamo quindi - questa la conclusione - di accelerare le procedure per l’invio di un nuovo Provveditore con cui poter riorganizzare fattivamente il lavoro degli agenti di polizia penitenziaria prima che la Sardegna penitenziaria possa sprofondare inesorabilmente».