Il disoccupato 55enne di Ittiri, con un passato di tossicodipendenza e con evidenti e conclamati problemi psicologici e che nei giorni scorsi ha aggredito brutalmente una dottoressa e una guardia giurata del pronto soccorso, sta diventando un problema di ordine pubblico. E non solo. Tornato in libertà, per motivi futili, si è infatti ripresentato nuovamente al pronto soccorso, ben due volte. Accompagnato dai carabinieri una volta e poi dai vigili urbani. 

La notte scorsa, inoltre, ha suonato per ore, molto agitato, e per motivi oscuri, il campanello di una casa di riposo di Ittiri, disturbando personale e ospiti, atterriti all'interno della struttura.

L'uomo in questione sarebbe potenzialmente molto pericoloso e avrebbe urgente bisogno di cure. Fatto risaputo da tutti.

Lo stesso sindaco di Ittiri qualche mese fa è stato oggetto di persecuzione e molestie da parte dell'ex tossicodipendente, con appostamenti e velate minacce.

Una vicenda che il primo cittadino ittirese Antonio Sau ha vissuto chiaramente con ansia e preoccupazione, tenendo per sé e pochissimi altri questo pesante fardello. Sau in questo momento ha le mani legate. Un TSO, per emettere il quale ci vorrebbero prescrizioni mediche mirate, risolverebbe i problemi solo per qualche giorno.

Certo è che bisogna fare qualcosa. Il sindaco cerca di fare valere le proprie ragioni, ma allo stesso tempo ricerca insistentemente soluzioni.

«Questo è l'ennesimo caso che dimostra una carenza di programmi che contemplino la presa in carico di una categoria di soggetti che orbitano al limite tra lo psichiatrico,il sociale e l'ordine pubblico», commenta il primo cittadino. «Fino a oggi hanno sopperito le famiglie che quotidianamente subiscono le intemperanze di questi soggetti, che dopo anni di abusi perdono lucidità e assumono comportamenti violenti. L'Ente locale non ha gli strumenti e le competenze per disporre  inserimenti in strutture sanitarie idonee. Spesso inoltre gli assistenti sociali sono esposti a grossi pericoli. Non dimenticando che le case degli  anziani e disabili, non sono compatibili con questo caso. La legislatura italiana offre al momento poche possibilità di uscita, che bisogna comunque perseguire», conclude il sindaco. «Il soggetto in questione necessita di percorsi dedicati.  Che prima di una eventuale guarigione, gli facciano evitare gesti malsani e renda sicure le persone a lui più vicine».

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