Un centro storico, scrigno di un tesoro artistico e architettonico, che rischia di snaturarsi al servizio del turismo.

L’associazione Iniziativa Alghero, presieduta da Francesco Sasso, punta i riflettori sulla condizione del cuore della città catalana, luogo storico-identitario che rappresenta le sue peculiarità e le eccellenze, e propone un Regolamento di tutela del tessuto commerciale del posto. 

«Il nostro centro storico negli ultimi anni ha subito delle trasformazioni profonde causate dalla liberalizzazione delle licenze commerciali e dalla mancanza di pianificazione e di una strategia di sviluppo armonico», spiega Sasso. «Oggi la città storica, che è sempre meno abitata dagli algheresi, si presenta come un quartiere mangiatoia fatto ad uso e consumo dei turisti. Abbiamo una eccessiva presenza di attività di somministrazione di alimenti e bevande, gli appartamenti vengono destinati ad ospitare i turisti, vista la mancanza di strutture alberghiere moderne».

Tutto ciò ha trasformato la città murata in un quartiere che, una volta conclusa la stagione estiva, si svuota anche a causa della chiusura di molte attività. «Questo tipo di sviluppo crea molti problemi nella stagione turistica quali, ad esempio, la difficile convivenza tra i turisti ed i residenti, l’eccessiva occupazione di spazi pubblici, la difficile raccolta, l’eccessiva occupazione di spazi pubblici, la difficile raccolta della nettezza urbana e la mancanza di parcheggi».

Il Regolamento concerne gli strumenti di promozione e sviluppo del tessuto commerciale del centro antico, una zona meritevole di particolare tutela, in virtù della sua storia e della sua tradizione più antica della città. È, infatti, caratterizzato da un considerevole patrimonio storico, culturale, artistico e architettonico, costituito da beni materiali e immateriali che da secoli caratterizzano questa parte di Alghero. «Nel periodo estivo la significativa presenza turistica si aggiunge ai residenti, rendendo indispensabile e urgente tutelare adeguatamente il patrimonio architettonico e culturale e garantire un’offerta commerciale di qualità che è in taluni casi è venuta meno snaturando le nostre peculiarità», conclude Sasso.

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