Da questa sera viene restituito alla città di Sassari un luogo di memoria storica. Quello del giardino di via Quarto, un tempo chiamato “Le forche vecchie”, dove, a cavallo tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800, furono giustiziati otto patrioti sardi tra cui Francesco Cillocco, braccio destro di Giovanni Maria Angioy.

Uno spazio ripulito dalla spazzatura e salvato dal degrado grazie all’impegno di Sa Domo de Totus, Arvures, Assemblea Natzionale Sarda, Plastic Free Odv, che hanno adottato l’area, e oggi riconsegnato al capoluogo turritano con una manifestazione inserita all’interno dei festeggiamenti per Sa die de sa Sardigna. Il progetto è patrocinato dal Comune di Sassari, presente all’incontro con l’assessore all’Ambiente Antonello Sassu.

«Noi intitoleremo questo luogo - spiega Cristiano Sabino, professore ed esponente di Sa Domo - come il Giardinu de sa sarda rivolutzione. Vi sarà una targa bilingue, sassarese e sardo, per ricordare che senza radici il nostro popolo va a scomparire».

A ricostruire la storia dello spazio, dei moti angioyani, e degli otto martiri, è il ricercatore d’archivio Piero Atzori nell’intervento finale. «Su di loro è scesa la damnatio memoriae - afferma - Dopo l’impiccagione e lo spargimento delle ceneri se ne è perso il ricordo. Ma la loro storia si deve recuperare». «Vogliamo riscoprire le vite - conclude Sabino - di coloro che hanno tentato di costruire una Sardegna libera, sovrana e autodeterminata».

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