Ex oleificio, dopo 30 anni la Fondazione Gaslini autorizza la bonifica
L’opera di risanamento è cominciata con lo sfalcio delle erbacce e degli alberi tra i ruderi divenuti ormai pericolosi, attività proseguita con la pulizia e la rimozione dei rifiuti e degli ingombranti.Gli edifici della Fondazione Gaslini-Porto Torres (Pala)
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Edifici spettrali, fatiscenti e pericolanti, che mostrano tutti i rischi di una struttura imponente, abbandonata ormai da troppo tempo. Sono testimonianze di un passato glorioso della città di Porto Torres, parte del patrimonio di proprietà della Fondazione Gerolamo Gaslini di Genova che dopo trent’anni ha chiesto la messa in sicurezza su sollecito della famiglia Muzzu e del sindaco Massimo Mulas. Nei giorni scorsi è stata completata la bonifica di tutta l’area che sorge in via Fontana Vecchia con interventi sugli immobili che, nel periodo immediatamente dopo la seconda Guerra Mondiale e fino alla fine degli anni ’60, ospitavano un oleificio. L’opera di risanamento è cominciata con lo sfalcio delle erbacce e degli alberi tra i ruderi divenuti ormai pericolosi, attività proseguita con la pulizia e la rimozione dei rifiuti e degli ingombranti. Attorno è stata ripristinata la recinzione metallica e nei giorni scorsi sono stati messi in sicurezza i fabbricati con la chiusura degli ingressi attraverso muri di cemento. Dietro quei ruderi della Fondazione Gaslini c’è un pezzo di storia legata alle attività produttive di Porto Torres, già a partire dalla fine dell’Ottocento quando i terreni vennero adibiti alla coltivazione e lavorazione del tabacco, con fumaiolo alto 40 metri e impianto di stoccaggio. Dopo il secondo conflitto mondiale la conversione in stabilimento per l’estrazione dell’olio dalla sansa di olive, ma alla fine degli anni ’60 in seguito alla chiusura dell’impianto, la famiglia Muzzu, originaria del posto, prese in affitto i terreni per destinarli alla coltivazione degli ortaggi. Attività che svolsero fino al 1983 quando alcuni lotti sono stati espropriati per realizzare la stazione ferroviaria e successivamente l’Ecocentro. Gli edifici presenti vennero utilizzati come magazzini per le attività della Gaslini Genova. Negli Anni Sessanta uno dei fabbricati era stato occupato da una delle famiglie residenti a Porto Torres, mentre il piano terra ospitava alcuni laboratori artigianali ed officine. A metà degli anni Ottanta le strutture sono state abbandonate, un percorso tra degrado e incuria terminato solo nei giorni scorsi dopo la richiesta di intervento del sindaco indirizzata al direttore generale della Fondazione Gaslini, che ha deciso di mettere in vendita gli edifici, soggetti a vincoli di archeologia industriale.