Due isole che hanno ospitato le carceri, e che inseguono lo stesso destino: la valorizzazione e la fruibilità delle strutture per i visitatori assetati di conoscenza della storia e della cultura del territorio. I percorsi paralleli dell’Isola dell’Asinara e dell’isola di Pianosa e la loro trasformazione da isole carcere a isole parco sono stati evidenziati nell’incontro che si è tenuto nei giorni scorsi a Firenze, un evento organizzato dalle associazioni LW Circus e Madmurate art district, con la collaborazione della Città Metropolitana e del Comune di Firenze. Attualmente parchi nazionali, Asinara e Pianosa, in passato hanno vissuto pagine importanti nella lotta alla criminalità organizzata e sono state delle realtà che, per oltre un secolo sono rimaste legate alla vita carceraria.

La direttrice del Mad, Valentina Gensini ha dialogato con il direttore del Parco nazionale dell’Asinara, Vittorio Gazale, insieme ai responsabili tecnici, dei lavori di riqualificazione dell’ex carcere fiorentino delle Murate, una occasione per descrivere i percorsi delle due aree tra detenzione, sanità e avvio dei percorsi di tutela della natura e della storia. Le problematiche per le due isole parco sono legate soprattutto alla gestione delle strutture dismesse di proprietà pubblica, che necessitano di una riqualificazione non banale nel rispetto dell’importante storia recente.

Dall’incontro è emerso che gli studi di pianificazione sono gli strumenti fondamentali per permettere a chi deve intervenire per il recupero degli edifici, di avere delle norme di riferimento. Sia all’Asinara che a Pianosa le scelte progettuali hanno mirato alla cura degli aspetti della conservazione della storia, attraverso una serie limitata di interventi di manutenzione straordinaria degli edifici esistenti, senza apportare la benché minima modifica alle forme e ai volumi, ed evitando di restituire immagini degli edifici patinate o banali, ma rispettando la loro identità.

«Altro tema di rilievo, strettamente connesso agli aspetti storici, è quello della reversibilità dell’intervento che vuol dire non praticare scelte che possano dare allo spazio e ai luoghi una funzione definitiva, ma – spiega il direttore Gazale – si possano adattare all’esistente senza intaccarlo eccessivamente, lasciando la possibilità futura di riconoscere ed eventualmente rivedere le opere realizzate con l’intervento. Ciò sottintende che i progetti hanno accettato di mostrarsi con un basso profilo, per entrare però in un processo di più lunga durata di riappropriazione dell’isola attraverso il progetto del Parco».

Lo strumento di riferimento è il Piano del Parco che ha il compito preciso di organizzare il territorio e articolarlo in parti caratterizzate da forme differenziate di uso, godimento e tutela; di individuare i vincoli e le destinazioni di uso pubblico e privato; di stabilire i sistemi di accessibilità veicolare e pedonale con particolare riguardo a percorsi, accessi e strutture riservati ai portatori di handicap e agli anziani; di definire i sistemi di attrezzature e servizi per la gestione e la funzione sociale, musei, centri visite, uffici informativi, attività agro-turistiche; fornire indirizzi e criteri per gli interventi sulla flora, sulla fauna e sull’ambiente naturale in genere. In questo momento entrambe le isole presentano un piano del Parco in fase di aggiornamento.

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