Nei giorni scorsi hanno preso il via i lavori per la costruzione delle infrastrutture a servizio del Sardinia Radio Telescope, il radiotelescopio paraboloidale di 64 metri di diametro, completamente orientabile e capace di operare con grande versatilità ed efficienza in un vasto intervallo di frequenze radio da 0,3 a 100 ghz, in fase di avanzata costruzione nell’altipiano di Pranu Sanguni. I lavori del costo complessivo di poco più di un milione 500mila euro saranno eseguiti dalla Nuova Saci di Macchiareddu che si è aggiudicata la gara d’appalto bandita dall’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e dall’osservatorio astronomico di Cagliari (Oac). «Tutti gli edifici - spiega il professor Angelo Poma, vicedirettore dell’Oac e responsabile dei lavori - saranno a un piano, tetto inclinato e in muratura portante rivestita di scaglie di pietra locale per aver un minore impatto ambientale. Il complesso delle infrastrutture avrà un’estensione di poco meno di 1000 metri quadrati. Gli edifici ospiteranno gli uffici, gli studi, i laboratori, alcuni dei quali con precise e specifiche particolarità come sale di controllo, campioni di tempo e frequenza, e gli impianti tecnici per l’alimentazione e il controllo del complesso in generale». Saranno anche realizzati i locali destinati alle visite che avranno un’estensione complessiva di poco più di 200 metri quadrati. «Sia l’Inaf che l’agenzia spaziale italiana - sottolinea Poma - attribuiscono una grande importanza alla divulgazione scientifica. Il Sardinia Radio Telescope rappresenta potenzialmente un sito interessante per il cosiddetto turismo scientifico e scolastico. Potrebbe essere creato un itinerario che comprenda le aree archeologiche vicine di Pranu Muttedu (Goni), Funtana Coperta (Ballao), Castello di Sassai (Silius) e le miniere dismesse di Su Suergiu (Villasalto) e Corti Rosas (Ballao)». A Pranu Sanguni sono ben visibili i progressi dei lavori per la costruzione del grande radiotelescopio, il cui progetto è stato finanziato dal ministero dell’Istruzione e dalla Regione Sardegna. Spicca l’Alidada, la grande travatura d’acciaio di circa 30 metri che supporterà le strutture di sostegno del complesso sistema sulla quale si stanno montando sedici ruote che ne permetteranno il movimento di precisione in orizzontale. È stato intanto pre-assemblato il cesto di sostegno della gigantesca parabola. I tecnici delle imprese Mt aerospace (Germani) e Icom di Macchiareddu hanno iniziato il delicato lavoro di saldatura di tutti gli elementi. «L’installazione della ruota di elevazione che comanderà il movimento della parabola in altezza e del cesto - dichiara il vicepresidente dell’Oac, Poma - è prevista per quest’estate. Il nostro obiettivo è quello di completare e inaugurare il radiotelescopio entro l’anno. Il 2009 è stato dichiarato dall’Unesco anno internazionale dell’astronomia». Man mano che i lavori vanno avanti cresce anche l’interesse della comunità scientifica. Diversi gruppi di scienziati, tecnici e rappresentanti di enti istituzionali hanno visitato negli ultimi tempi il cantiere di Pranu Sanguni. Ultima in ordine di tempo è stata una delegazione di astrofisici cinesi guidati dal professor Hong Xiaoyu, direttore dell’osservatorio astronomico di Shangai. La delegazione è stata accompagnata dal direttore del progetto Srt e dell’Inaf osservatorio di Cagliari Niki D’Amico e dalla direttrice dell’Inaf (Istituto di radio astronomia di Bologna) Luigina Feretti.
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