Il Milite Ignoto è “cittadino quartese”. A seguito della proposta pervenuta dalle Associazioni combattentistiche e d’Arma del territorio, il Comune ha aderito alle celebrazioni commemorative previste nell’ambito del centenario della traslazione del Milite Ignoto all’Altare della Patria, conferendogli la Cittadinanza onoraria.

La data di questa ricorrenza è stata scelta in onore dell’eroe quartese Capitano Eligio Porcu, che in tale data, nell’anno 1918, trovò la morte sul Montello, dopo aver dato il suo contributo per fermare la penetrazione austriaca sulla riva destra del Piave.

La cerimonia è iniziata  presso il Monumento ai Caduti di piazza Sant’Elena dove è stata depositata una corona d’alloro con il tributo d’Onore ai Caduti e si è tenuta in forma ristretta, in ossequio alle vigenti norme di sicurezza anti-Covid, alla presenza della presidente del Consiglio comunale Rita Murgioni, del Commissario di Polizia Michele Venezia, del Maggiore dei carabinieri Valerio Cadeddu e delle Associazioni Combattentistiche locali, nonché di Monsignor Alfredo Fadda. 

Più tardi, nel Palazzo Civico si è poi riunito in seduta plenaria il Consiglio Comunale per formalizzare la delibera avente ad oggetto il riconoscimento della Cittadinanza onoraria. Insieme al sindaco Graziano Milia, hanno partecipato ai lavori anche  il Prefetto di Cagliari Gianfranco Tomao e il generale di Divisione Francesco Olla, autorità militari e associazionistiche.

Ha aperto la seduta la presidente Murgioni, che ha voluto ricordare “il valore e il sacrificio del Capitano Eligio Porcu, e con lui di tutti i 120 giovani quartesi che persero la vita durante la guerra”. Il sindaco Milia ha aggiunto: "Abbiamo tutti un’eredità da coltivare, da custodire, da rilanciare e da ricordare. In questo senso ci danno un grosso contributo le Forze Armate, che hanno avuto un loro percorso e hanno trovato la strada per essere sempre più vicini ai cittadini. Lo hanno dimostrato anche a Quartu, con Ad Adiuvandum prima e con la presenza nel centro vaccinale di via Beethoven poi. Senza di loro sarebbe stato tutto più difficile e per questo ringrazio pubblicamente le forze militari. Oggi siamo qui insieme a loro per sottolineare l’importanza di non pensare che quanto successo non possa risuccedere. Dobbiamo trasmetterlo ai giovani con orgoglio, con sentimento, ma – ha chiuso Graziano Milia – anche con la paura che quello che facciamo non sia sufficiente. Quell’‘uno qualsiasi’ rappresenta tutti noi".

Antonio Serreli

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