Sestu, il presepe di Mario e Marirosa occupa un’intera stanza: «Non lo smontiamo mai»
La passione di una coppia diventa un’attrazione: «In molti vengono a visitarlo, anche da Oristano»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
A casa di Mario Angioni e Marirosa Pitzanti è Natale tutto l’anno. Basta entrare e, subito a destra, c’è la stanza del presepe, che non viene mai tolto. E non solo per sentimenti cristiani.
“Ormai sarebbe troppo complicato disfarlo”, dicono i due. E viste le dimensioni non c’è da stupirsi. 50 pezzi, una lunghezza di quattro metri per due di larghezza. Abbastanza per riempire tutta la stanza.
E a Sestu, in via San Gemiliano 62, è diventato un’attrazione. “Lo abbiamo costruito in quindici anni, gradualmente, un pezzo dopo l’altro, una casa alla volta”, raccontano.
La passione è cominciata con Mario: “È iniziato che avevo 8 anni, il primo presepe l’ho fatto sullo sgabello. Chiamavo le vicine per farglielo vedere”. E non si è più fermato: “compravo statuine più belle e dettagliate, magari che si muovono. Poi ho conosciuto Marirosa, e il presepe piaceva anche a lei”.
Un amore nato tra prati e montagne di cartone con contorno di nastro adesivo. “Io curo proprio la parte costruttiva”, racconta Marirosa. “Le case e le grotte le ho fatte io, con polistirolo che ho intagliato, mentre per alcune palme ho usato la cartapesta”. Poi precisa: “La stalla si trova in una grotta, perché secondo alcuni Vangeli è una grotta, secondo altri una stalla, ma in realtà a quel tempo case e stalle erano a volte scavate nella roccia, quindi entrambe le versioni sono corrette”.
Mario spegne la luce, pigia un interruttore e scatta la magia: prima sul cielo del presepe scende un temporale, poi tornano le stelle, arriva la cometa, e il miracolo di ogni anno è di nuovo qui.
Le statue si muovono, c’è il pastore e lo stagnino, le pecore e il cammello che bruca il fieno. E addirittura veri funghetti, tra il muschio, mentre scorre l’acqua in un ruscelletto. “Alcune statue le compravamo a Cagliari in un negozio che poi ha chiuso, altre su internet, una l’hanno anche fatta su ordinazione solo per noi”, raccontano i due.
Cos’ha di speciale il presepe? “Ci fa rimanere bambini”, dice Mario con un sorriso che va anche agli occhi. “E pensare che all’inizio doveva essere solo la sacra famiglia”. E da qualche tempo è diventato un presepe famoso: “Vengono a vederlo le classi del catechismo, a volte passano da fuori, anche grazie al passaparola, e c’è chi è arrivato da Oristano”, racconta Mario.
Se è vero che come diceva Luciano de Crescenzo gli amanti del presepe sono uomini d’amore, Mario e Marirosa lo hanno di sicuro dimostrato: “Ci piace condividere questa creazione con gli altri”. E c’è un obiettivo per il futuro: “Un piccolo binario, per far muovere i Re Magi, da lontano fino a Gesù Bambino”.