Ristoratore sardo muore in Messico: il paese si mobilita per il rimpatrio
Gara di solidarietà per aiutare la famiglia di Domenica Cossu a pagare le spese per far tornare a casa la salmaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Aveva trovato dall'altra parte del mondo il posto giusto per realizzare il sogno di aprire un locale tutto suo, ma un malore improvviso ha spezzato la sua vita a soli 43 anni.
Domenico Cossu, di Domus de Maria, è morto a Città del Messico, dove viveva da un mese e mezzo e dove aveva aperto un ristorante per portare il quel paese lontano la cucina della sua terra.
Per riportare la sua salma a Domus de Maria ci vorrà molto denaro, ecco perché tutto il paese nelle ultime ore si è mobilitato per permettere a Domenico di tornare a casa.
Francesco Cherchi, cugino di Domenico, spera che possa tornare presto a casa e avere una degna sepoltura: "Avevamo la stessa età, siamo cresciuti assieme e ancora non riesco a credere che non ci sia più. Ci eravamo visti prima delle feste di Natale, Domenico mi aveva parlato dei suoi progetti, dopo aver lavorato a lungo in fabbrica fuori dall'Isola era così felice di aprire un'attività tutta sua in Messico, dove era già stato altre volte per vacanza: il suo desiderio più grande era vivere tutto l'anno in un posto caldo. Domenico - aggiunge - era un ragazzo solare, una persona davvero buona e disponibile: la sua morte ha gettato un velo di tristezza in tutto il paese, ora possiamo solo sperare che non rimanga lontano da casa ancora a lungo".
Roberta Loi, consigliera comunale e figlia di una cugina di Domenico, lo ricorda come un ragazzo eccezionale: "Voleva portare la cucina sarda in Messico, credeva molto in questo suo sogno: era felice, in quel paese aveva incontrato una ragazza e aveva grandi progetti. Il destino, invece, ha voluto che morisse lontano da casa e dai suoi cari".
Anche il Comune è pronto a fare la propria parte per riportare Domenico a casa. "Sono doppiamente dispiaciuta, sia come medico che come sindaco di Domus de Maria - dice Concetta Spada -, anche se viveva lontano dal paese era rimasto un mio paziente: lo ricordo come un bravo ragazzo, pieno di vita. Il Comune si stringe attorno ai parenti ed è pronto ad offrire loro un sostegno".
A raccogliere le donazioni, è la sorella di Domenico, Antonella.