Sarà una nuova opportunità culturale per la città di Quartu, e il prosieguo di un percorso artistico iniziato negli scorsi anni, la mostra “Dürer, bulini e incisioni” inaugurata oggi all’ex convento dei cappuccini e visitabile fino al 31 ottobre. A chiudere il ciclo “I grandi incisori della storia dell’arte”, che ha visto Rembrandt nel 2018, Manet nel 2019 e Goya nel 2020, arriva l’esposizione dedicata ad Albrecht Dürer, considerato massimo esponente della pittura tedesca rinascimentale.

Lavori a bulino, incisioni e xilografie dominano nella sua offerta artistica, dedicata principalmente alla devozione a Dio e vissuta dall’artista come mezzo per rendere più profonda la fede. «Con il ciclo dedicato all’arte internazionale, e nello specifico a quella incisoria, abbiamo voluto sottolineare che l’arte è un linguaggio universale», commenta Graziano Milia, sindaco di Quartu. «Portare la grande arte a Quartu è una sfida ed è un modo per dialogare con i cittadini, mettendo a loro disposizione eventi di grande livello altrimenti fruibili in altri contesti». Patrocinato e sovvenzionato dall’amministrazione comunale di Quartu, dall’Ambasciata della Repubblica federale di Germania e dalla Presidenza della Regione autonoma della Sardegna, la prestigiosa mostra vuole sottolineare una politica di governo attenta alla cultura, all’arte e alla bellezza.

L’ex convento dei cappuccini, cuore pulsante della cultura quartese e luogo di riferimento non solo dell’arte, ma della cultura in Sardegna sarà, in occasione della mostra, il fulcro per la realizzazione di laboratori didattici aperti a scuole e famiglie. I visitatori potranno fruire di visite guidate alla scoperta del mondo dell’incisione e del percorso artistico e storico che ha caratterizzato l’artista.

In contemporanea alla mostra sarà allestita un’esposizione collaterale di 5 artisti selezionati dalle ultime due edizioni del premio nazionale Marchionni: Fabio Riaudo, Marco Poma, Laura Fonsa, Simone Geraci e Giovanni Dettori. «Quando penso a una mostra rivolgo l’attenzione su chi, tra i contemporanei, possa implementare gli argomenti trattati dalla presenza di un grande maestro della storia dell’arte», dichiara il curatore artistico, Walter Marchionni. «Volti ad incidere. Predestinati. Ecco, gli artisti coinvolti, sono proprio destinati ad incidere, enfaticamente, anche sul panorama artistico nazionale. Non epigoni, ambasciatori di bellezza e efficenti interpreti dell’eredità di Dürer». Un filo rosso lega questi artisti con gli autori del passato in un’atelier dove il contemporaneo attinge all’antico per sublimare l’arte in tutti i suoi aspetti. 

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