Una vita dedicata alla politica, e alla crescita di Quartu. La città dice addio all’ex sindaco Salvatore Pitzianti, classe 1931, scomparso pochi giorni fa. Appena compiuti 18 anni si iscrisse al Partito Comunista Italiano, all’interno del quale iniziò l’attività partitica occupandosi di cooperazione, poi l’attività amministrativa nel Comune di Quartu che iniziò nel 1961: candidatosi nella lista del Pci, venne subito eletto consigliere comunale. Rieletto nel 1964, visse la crisi comunale e la breve parentesi commissariale del 1967.

Nel 1968 dopo nuove elezioni venne nominato capogruppo consiliare del Pci e nel 1970, in seguito al decesso del sindaco Cois, il Consiglio lo elesse primo cittadino. Rimase in carica fino alla fine del mandato, nel 1972, rendendosi protagonista - tra le altre cose - dell’approvazione dei progetti per il palazzo comunale e per il mercato. Lo stesso anno ottenne nuovamente il favore della cittadinanza e riprese l’attività di consigliere. Poi il suo percorso nel Comitato regionale di controllo sugli atti degli Enti locali, nella Lega nazionale della Mutua Cooperative della provincia di Cagliari. E infine la presidenza regionale delle Cooperative, carica che mantenne fino alla pensione.

«Ho appreso con commozione la notizia della scomparsa dell’ex sindaco della nostra città Tore Pitzianti, che ho avuto modo di conoscere da ragazzo, quando lui era già attivissimo in politica», il ricordo dell’attuale primo cittadino Graziano Milia. «Voglio esprimere alla sua famiglia il mio cordoglio e la mia vicinanza. Ricordo ancora la sua dedizione, la sua voglia di trovare soluzioni per rispondere alle esigenze di una città che viveva in quegli anni un importante boom demografico. Durante il suo mandato fu avviato lo sviluppo urbanistico di Quartu e furono create diverse scuole materne con accordi di locazione in edifici privati, dando così impulso ai servizi richiesti da una città che si avviava a diventare la terza della Sardegna per numero di abitanti. Nel ringraziarlo a nome della cittadinanza per quanto fatto per la crescita del nostro territorio – conclude Milia – auspico che la sua perseveranza e la sua abnegazione per il bene comune possano essere motivo d’ispirazione per le nuove generazioni».

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